Etiopia: in Tigray porte (quasi) aperte alle organizzazioni umanitarie

di Valentina Milani

Il governo etiope assicura l’accesso in Tigray agli operatori umanitari. Ad affermarlo, secondo quanto riportano le agenzia internazionali, è Billene Seyoum, portavoce del premier Abiy Ahmed. “Dove ci sono combattimenti e una situazione di sicurezza degradata, l’accesso per i partner è limitato per la loro sicurezza – ha affermato Billene Seyoum -. Tuttavia le frontiere sono aperte”.

Billene Seyoum ha poi lanciato una dura accusa alle organizzazioni accusandole di sostenere i ribelli del Tplf (Fronte popolare di liberazione del Tigray): “In alcuni casi, abbiamo prove tangibili che gli attori, affermando di fornire aiuti umanitari, hanno tentato di spacciare armi per terroristi nonostante i posti di blocco in atto”. Il portavoce, secondo quanto riportano le agenzia internazionali, ha rifiutato di fornire alcuna prova per questa grave accusa.

Altro punto controverso, la presenza eritrea nel Tigray, dalla quale gli occidentali chiedono con insistenza la partenza. “Abbiamo già chiesto che si ritirino. Il ritiro è iniziato e dobbiamo dare tempo a questo processo”. 

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