Etiopia: la guerra nel Tigray e le ripercussioni sull’economia

di AFRICA

di Luigi Limone – Centro studi AMIStaDeS

La guerra nel Tigray ha avuto un impatto disastroso sull’economia etiope. Il Paese è sull’orlo del collasso, con un’inflazione alle stelle accompagnata da un crollo notevole del PIL, dal rapido aumento della disoccupazione e dall’abbandono del Paese da parte degli investitori stranieri. L’attenzione e le risorse interne sono state requisite per finanziare la guerra, con gravi conseguenze per la popolazione etiope, anche nelle zone lontane dal conflitto. 

Lo scoppio della guerra e la difficile tregua

La guerra civile etiope è iniziata quando, nel novembre 2020, il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (TPLF) – partito al potere nella regione nel nord-est del Paese –  ha attaccato le basi militari del governo federale guidato dal Primo Ministro etiope Abiy Ahmed, dopo una serie di scontri e proteste contro quest’ultimo per lo scioglimento della coalizione di governo e il rinvio delle elezioni. Da allora, l’esercito etiope – così come i suoi alleati eritrei, le forze di polizia statali e le milizie locali – ha combattuto una guerra sanguinosa contro il TPFL, designato come organizzazione terroristica e minaccia per la stabilità del Paese. 

Nonostante diversi tentativi di imporre una tregua, tra cui un delicato cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati Uniti e rimasto in vigore per alcuni mesi, le parti in guerra non intendono fare alcun passo indietro. Nelle scorse settimane, sono ripresi i combattimenti e le speranze di una risoluzione pacifica del conflitto, già complicate durante il cessate il fuoco, si sono nuovamente allontanate.

Entrambe le parti in guerra sono accusate di aver commesso atrocità, tra cui stupri e uccisioni di massa di civili. La regione del Tigray è ormai da anni priva di servizi di base, tra cui telecomunicazioni e banche, a seguito di un’imposizione da parte del governo federale di un blocco sui servizi. Più di 400.000 persone nel Tigray vivono oggi in condizioni di carestia, mentre la distribuzione degli aiuti umanitari è stata soffocata e le forniture di elettricità e carburante stanno diminuendo, facendo aumentare i prezzi dei beni di consumo di base. 

Nel complesso, l’escalation militare è destinata ad aggravare la già intricata situazione del Paese, soprattutto se si guarda all’impatto che gli anni di guerra stanno avendo direttamente o indirettamente sull’economia. 

L’impatto sull’economia del Paese

Prima della pandemia globale di COVID-19 e della guerra civile, l’economia etiope era una delle più fiorenti della regione, con una crescita media del 10% annuo registrata nel decennio compreso tra il 2009 e il 2019. La crescita del prodotto interno lordo (PIL) reale è stata così elevata grazie soprattutto alle riforme economiche introdotte dal governo etiope. Ciò aveva contribuito a rendere l’Etiopia un modello di ripresa economica in Africa e una delle economie africane a più rapida crescita.

Tuttavia, nell’ultimo World Economic Outlook, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha trattenuto le previsioni di crescita del PIL dell’Etiopia per i prossimi quattro anni a causa dell’instabilità del Paese, abbassando le stime di crescita al 2% annuo. 

Gli sviluppi politici e di sicurezza in Etiopia, sommati alla stagnazione delle economie mondiali a seguito della pandemia di COVID-19, hanno senza dubbio causato un rapido deterioramento economico che non solo ha rallentato la crescita economica, ma si è anche riflesso negli indici di performance nazionali ed esteri e ha portato a un peggioramento del tenore di vita degli etiopi in tutto il Paese. 

Le statistiche ufficiali mostrano che il costo dei beni di consumo di base è effettivamente aumentato in Etiopia: a luglio 2022 i prezzi erano in media più alti di circa un quarto rispetto all’anno precedente. La spesa per lo sforzo bellico ha avuto un impatto negativo sulla capacità dell’Etiopia di accedere ai dollari, causando l’inflazione.

Danni irreversibili

Nonostante la mancanza di dati sul costo economico diretto del conflitto in corso, è possibile riconoscere che le implicazioni per l’economia etiope riguardano diversi aspetti, a partire dal rallentamento della crescita economica, dall’inflazione dilagante e dall’aumento del tasso di disoccupazione fino al calo delle esportazioni e alla fuga dagli investimenti esteri. 

A causa del peggioramento della situazione economica, la banca centrale etiope ha sospeso tutti i prestiti e i trasferimenti di denaro, nonché tutte le coperture per le importazioni dirette. La mossa ha causato una crisi nel mercato dei cambi e una mancanza di riserve estere. Di conseguenza, il tasso di cambio ufficiale del birr locale rispetto al dollaro, così come il tasso di cambio del mercato nero, sono scesi significativamente. Il tasso di inflazione annuale nella regione del Tigray è passato dal 18% prima della guerra al 34,2% nel 2021. I prezzi dei generi alimentari sono saliti del 40,7%, raggiungendo il massimo negli ultimi dieci anni. Questa situazione minaccia il tenore di vita e la sicurezza alimentare degli etiopi e aggrava ulteriormente la povertà e la disoccupazione, che si aggira attorno al 17%.

La guerra ha inoltre allontanato gli investitori esteri dal mercato etiope. Gli investimenti nella regione del Tigray sono calati notevolmente e molte fabbriche e miniere sono state chiuse. Negli ultimi mesi, le conseguenze della guerra sulle attività produttive si sono estese ad altre regioni del Paese: aziende globali hanno chiuso le loro attività in Etiopia. Il governo etiope ha inoltre sospeso i piani per l’assegnazione di una seconda licenza di telecomunicazione a società straniere. 

Il conflitto sta avendo un impatto diretto sul posizionamento del Paese sul mercato internazionale. Secondo i dati del Ministero etiope del Commercio e dell’Industria, ogni mese l’Etiopia perde circa 20 milioni di dollari di entrate derivanti dalle esportazioni dopo la chiusura degli impianti industriali nella regione del Tigray. Anche in questo caso, l’impatto economico della guerra non è limitato alla regione. Gli effetti si stanno infatti estendendo a tutte le altre regioni e a tutti i settori, compresi l’agricoltura, l’industria mineraria e quella manifatturiera.

L’impatto umanitario 

Da quando il Tigray è sotto assedio, più di un milione di etiopi sono ritrovati in condizioni di vita precarie e in totale mancanza di sicurezza alimentare. Circa 2,5 milioni di persone nella regione del Tigray hanno bisogno di ogni tipo di aiuto umanitario, mentre più di 18,6 milioni di bambini hanno bisogno di cure mediche per malattie causate da una grave malnutrizione. Inoltre, i servizi di base, l’elettricità, le forniture di carburante e le comunicazioni hanno subito un duro colpo a causa della guerra in tutta la regione. 

Migliaia di persone sono state uccise e milioni di altre sono rimaste senza casa. Secondo le agenzie delle Nazioni Unite, il numero di civili sfollati a causa della guerra è salito a 2,1 milioni. Più di 47.000 etiopi sono fuggiti nel vicino Sudan, mentre circa 96.000 rifugiati eritrei già presenti nella regione del Tigray hanno esaurito le scorte di cibo, dal momento che le loro terre si trovano nelle zone sotto assedio. 

Si stima che siano necessari 30 milioni di dollari in aiuti umanitari d’emergenza per alleviare la crisi umanitaria in Etiopia. Tuttavia, a causa delle brutalità del conflitto molti aiuti internazionali sono stati sospesi. L’Etiopia ha perso parte del supporto offerto dai partner occidentali. L’Unione europea ha sospeso il sostegno al bilancio per 88 milioni di euro a causa del conflitto in corso. L’interruzione ha causato un’enorme perdita per l’Etiopia, che ha sempre fatto affidamento sugli aiuti esteri per finanziare diversi progetti di sviluppo nel Paese. 

La pace come soluzione alla crisi economica

La via d’uscita dell’Etiopia dall’attuale crisi economica sembra dipendere dal ripristino della stabilità politica e della sicurezza nel Paese, un prerequisito per l’adozione delle misure necessarie a superare le turbolenze economiche. Una volta terminata la guerra, per far fronte alle perdite il governo etiope dovrebbe adottare una strategia nazionale basata su diversi aspetti. 

Il primo è l’introduzione di piani di sostegno diretto e di aiuti di emergenza ai gruppi più colpiti dalla guerra, in collaborazione con le organizzazioni internazionali che già operano in Etiopia. Il secondo è quello di negoziare con le parti e le organizzazioni donatrici per realizzare un programma di ristrutturazione e rinegoziazione dei debiti esteri dello Stato che tenga conto dell’attuale situazione economica. Il terzo e ultimo aspetto consiste nell’introdurre riforme fiscali e monetarie volte a curare i danni causati all’economia. 

L’attenzione deve essere rivolta da un lato alla necessità di affrontare il crescente deficit di bilancio attraverso la razionalizzazione delle spese militari e la riconversione delle risorse finanziarie verso i settori prioritari; dall’altro all’urgenza di introdurre misure correttive per superare le anomalie del mercato dei cambi che hanno avuto un impatto diretto sui tassi di inflazione e, di conseguenza, sui prezzi dei beni di prima necessità.

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