Le istituzioni dell’Unione africana saranno riformate. A deciderlo sono stati i principali leader del continente che si sono incontrati ad Addis Abeba sabato 17 e domenica 18 novembre. La riforma dovrebbe rendere maggiore efficienza ripartendo meglio il lavoro tra l’Ua, le organizzazioni regionali e gli Stati. Lo scopo principale è dare più peso politico agli Stati. In particolare per far rispettare le decisioni che i leader stessi adottano. Una fonte dell’Unione africana riporta che solo il 10% delle decisioni sono poi implementate.
L’esecutivo sarà profondamente cambiata: la Commissione dell’Ua passerà da 10 a 8 membri e acquisirà maggiore indipendenza. Il presidente della Commissione diventerà il vero capo dell’amministrazione. Sarà sempre eletto dai capi di stato mentre i commissari saranno nominati dai ministri degli esteri. I candidati alla posizione esecutiva dell’Ua passeranno attraverso un processo degno delle selezioni del settore privato: Cv online, dibattiti televisivi, capacità oratorie e operative . L’idea è quella di selezionare politici e tecnici competenti.
L’istituzione continentale sta cercando anche di ridurre le spese. Tra gli altri punti adottati, c’è infatti il rafforzamento delle sanzioni contro gli Stati cattivi pagatori: dal divieto di intervento alla completa esclusione dell’Unione africana.
Entro il summit di giugno a Niamey, nel Niger, un gruppo guidato da Moussa Faki Mahamat dovrà delineare nello specifico la nuova organizzazione interna: chi fa cosa e quanto costa. La riforma sarà applicata gradualmente e riguarderà la prossima squadra che sarà eletta nel gennaio 2021.