Dopo l’accordo di cessazione delle ostilità del 2 novembre dello scorso anno, le autorità locali e le forze Amhara presenti nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia, hanno continuato a espellere con la forza i tigrini come parte di una “campagna di pulizia etnica” nella zona occidentale del Tigray. E’ quanto ha denunciato oggi Human Rights Watch (Hrw), chiedendo al governo di Addis Abeba di sospendere, indagare e perseguire comandanti e funzionari implicati in gravi violazioni dei diritti nel Tigray occidentale.
In un comunicato diffuso oggi Hrw ha ricordato che dall’inizio del conflitto nel Tigray nel novembre 2020, le forze di sicurezza Amhara e le autorità ad interim hanno condotto una campagna di pulizia etnica contro la popolazione tigrina nel Tigray occidentale, commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità. “Una recente ricerca di Human Rights Watch ha rilevato che due funzionari, Demeke Zewdu e Belay Ayalew, già implicati in abusi, continuano a essere coinvolti in detenzioni arbitrarie, torture e deportazioni forzate di tigrini”, si legge nella nota.
“La tregua di novembre nel nord dell’Etiopia non ha posto fine alla pulizia etnica dei tigrini nella zona del Tigray occidentale – ha denunciato Laetitia Bader, vicedirettore africano di Hrw – se il governo etiope è davvero serio nel garantire giustizia per gli abusi, allora dovrebbe smettere di opporsi a indagini indipendenti sulle atrocità nel Tigray occidentale e chiamare a renderne conto funzionari e comandanti violenti”.
Nel comunicato si precisa che tra settembre 2022 e aprile 2023 Hrw ha intervistato telefonicamente 35 persone, tra cui testimoni e vittime di abusi e personale delle agenzie umanitarie. La maggior parte sono tigrini e sono stati detenuti in modo arbitrario nella città di Humera. Gli intervistati hanno affermato che le autorità locali e le forze Amhara hanno tenuto in detenzione oltre un migliaio di tigrini nelle città di Humera, Rawyan e Adebai sulla base della loro identità prima di espellerli con la forza nel novembre 2022 o nel gennaio 2023. A maggio, Human Rights Watch ha fornito una sintesi dei suoi risultati preliminari al governo etiopico ma non ha ricevuto risposta.