Pesanti combattimenti tra gruppi etnici avvenuti negli ultimi giorni nel sud dell’Etiopia hanno provocato 21 morti e una sessantina di feriti,secondo quanto riportato ieri dall’agenzia Reuters. Questa escalation di violenza ha provocato la fuga di migliaia di persone oltre il confine con il vicino Kenya.
Gli scontri riguardano l’etnia Oromo, la più numerosa del Paese,e quella dei Somali, riguardano per lo più dispute territoriali e sarebbero avvenuti attorno alla cittadina di Moyale sul confine keniano, come riportato da fonti locali che citano un portavoce della regione dei Somali.
Gli scontri nel Sud si sono riaccesi da quando lo scorso marzo è salito al potere Abiy Ahmed, il primo ministro etiope di etnia Oromo della nazione dell’Africa orientale. Nonostante Abiy abbia rivoluzionato la politica delle istituzioni di Addis Abeba pacificando le relazioni con Eritrea e Somalia e firmando diversi accordi di pace con alcuni gruppi ribelli all’interno dei propri confini, la sua elezione ha dato forza agli oromo e spingendoli a farsi avanti in annose dispute territoriali con le altre etnie etiopi che rispondono sentendosi minacciate. Finora dunque la spinta riformista del premier etiope non è riuscita a sedare i conflitti etnici che invece in queste regioni sembrano trasformarsi in fronti di guerra.
Dall’inizio di quest’anno almeno 70000 cittadini etiopi hanno attraversato la frontiera per sfuggire agli scontri e sono numerose le vittime registrate durante alcune operazioni delle forze militari per sedare le violenze
Un rapporto interno delle Nazioni Unite datato 13 dicembre ha confermato gli scontri aggiungendo che sarebbero stati utilizzati anche armamenti di artiglieria pesante e che ci sono probabilità che il conflitto possa diffondersi anche oltre il confine con il Kenya.