di Enrico Casale
Getachew Reda, portavoce del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) e membro della delegazione per i colloqui di pace del Tigray, ha affermato che le forze eritree stanno continuando a uccidere civili, compresi bambini e donne, mentre le forze del Tigray stanno cercando di portare avanti il disarmo come previsto negli accordi di cessate-il-fuoco siglati a Pretoria (Sudafrica) e Nairobi (Kenya).
“Le forze eritree stanno ancora uccidendo civili, saccheggiando e distruggendo proprietà. La scorsa settimana sono stati giustiziati sommariamente centinaia di donne e bambini”, ha twittato Getachew. Questa è l’ultima di una serie di accuse di atrocità avanzate dai leader del Tigray contro le forze eritree da quando l’accordo di pace è stato raggiunto il 2 novembre.
Domenica, citando testimonianze oculari e operatori umanitari, l’Ap ha riferito che “gli alleati dell’esercito federale etiope stanno saccheggiando proprietà ed effettuando detenzioni di massa nel Tigray”.
“Le truppe eritree e le forze della vicina regione etiope di Amhara – che hanno affrontato a fianco dell’esercito federale etiope nel conflitto del Tigray – hanno saccheggiato aziende, proprietà private, veicoli e città sanitarie a Shire, una città nord-occidentale che è stata catturata dalle forze del Tigray il mese scorso”, ha detto Ap news, aggiungendo che “i civili accusati di aiutare le forze del Tigray sono “anch’essi detenuti nella città di Alamata, nel sud del Tigray”.
Una dichiarazione del Tplf rilasciata il 19 novembre, ha accusato le forze eritree di aver commesso crimini contro l’umanità, saccheggio di proprietà appartenenti a privati e istituzioni religiose. Lo stesso giorno le riprese trasmesse da Tigray Tv, mostravano anche cadaveri sparsi a terra che si diceva fossero alcune delle 63 vittime civili, tra cui dieci bambini, uccisi dalle forze eritree a Egela, nel Tigray centrale. Tigray Tv ha anche riferito domenica di continui pesanti bombardamenti del distretto di Irob nel Tigray orientale da parte di “forze eritree nonostante l’accordo di pace”.
“È ovvio che gli eritrei non hanno alcun interesse a un accordo pacifico tra il governo centrale e il Tigray poiché ostacolerebbe i loro nefasti piani nel Corno. La domanda è: i nostri partner per la pace faranno la loro parte nell’accordo per proteggere i civili e fare tutto il necessario per convincere le forze esterne e non federali (Endf) a lasciare il Tigray? La nostra speranza e aspettativa è che adempiano ai loro obblighi”, ha detto Getachew.
Il comandante dei miliziani tigrini, il generale Tadesse Werede, nella sua ultima intervista rilasciata a Tigray Tv, ha affermato che l’attuazione dell’accordo di pace è iniziata da parte tigrina. Ha aggiunto che il disarmo delle armi pesanti da parte dei combattenti del Tigray è collegato al ritiro delle forze eritree e amhara dalla regione del Tigray.
Olusegun Obasanjo, alto rappresentante dell’Unione africana nel Corno d’Africa e capo negoziatore di pace tra il governo etiope e le autorità del Tigray, durante una visita a Macallè, capitale della regione del Tigray, il 24 novembre, ha dichiarato ai leader dello Stato regionale che “nessun Paese dovrebbe accettare la presenza di una nazione straniera sulla sua terra”, sottolineando che la sua visita mira a risolvere al meglio le questioni, inclusa quella delle truppe straniere.
In risposta a un tweet dell’Ufficio per gli affari africani del Dipartimento di Stato americano, che ha accolto con favore la visita di Obasanjo nel Tigray e la sua successiva dichiarazione sulla presenza indesiderata di truppe straniere, il ministro dell’Informazione dell’Eritrea, Yemane Gebremeskel ha twittato che “le architetture di difesa tra Stati africani sovrani non sono soggette a precedente approvazione o veto da parte di poteri estranei”.
Alla voce Disarmo dei combattenti armati del Tigray, della Dichiarazione del Piano Esecutivo punto 2.1/D, si afferma che “il disarmo delle armi pesanti sarà effettuato in concomitanza con il ritiro delle forze straniere e non Endf dalla regione”. Il governo federale non ha commentato le accuse di atrocità commesse dalle forze eritree, né vi è alcuna relazione sullo stato del loro ritiro dalla regione del Tigray.
Il sito Addis Standard ha cercato di ottenere commenti sia dai servizi di comunicazione del governo federale sia dalle forze di difesa nazionali etiopi (Endf), ma non è riuscito. Il capo delle pubbliche relazioni dell’Endf, il colonnello Getnet Adane, si è astenuto dal commentare e ha detto che si dovranno aspettare annunci ufficiali.