Tre manifestanti sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti ieri in Etiopia, nel corso di manifestazioni di protesta contro il governo del primo ministro Abiy Ahmed e in sostegno di Jawar Mohammed, un attivista per i diritti della comunità oromo.
Centinaia di sostenitori di Mohammed, giornalista e fondatore dell’Oromo Media Network, si sono radunati fuori dalla sua casa di Addis Adeba per protestare contro le accuse mossegli dal governo di fomentare disordini e contro la decisione di togliergli una scorta a garanzia della sua sicurezza personale.
Le proteste si sono diffuse in altre zone del Paese. Ci sono stati scontri nella regione dell’Oromia e due persone hanno perso la vita nella città di Adama. Una persona sarebbe morta inoltre durante gli scontri nell’antica città di Harar, nell’est del Paese.
Come segnalato dalla BBC, nella località di Darar sono state date alle fiamme alcune copie di un libro pubblicato recentemente dal primo ministro in carica dall’aprile del 2018 e insignito questo mese del Nobel per la Pace per i suoi sforzi volti a raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, per quelli nella riconciliazione in Etiopia e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto con la vicina Eritrea.
Per quanto riguarda l’attivista Jawar Mohammed, la Reuters sottolinea che è tornato l’anno scorso dagli Stati Uniti, ed è stato uno dei fondatori del movimento del National Youth Movement for Freedom and Democracy, detto Qeerroo (Gioventù). Costituito per lo più da oromo, il movimento era in prima fila durante la mobilitazione e le proteste sfociate nel 2018 nella caduta del governo Hailemariam Desalegn, il predecessore di Ahmed.
La pagina Facebook di Jawar ha 1,75 milioni di follower, il che testimonia il grande seguito che ha nel Paese e la sua capacità di mobilitazione. Alcuni etiopi, come le stesse autorità che mirano alla creazione di stabilità in una nazione dalle etnie molto variegate, lo hanno criticato per aver usato un linguaggio eccessivamente etnico, ma molti giovani uomini oromo lo considerano un eroe che ha portato il cambiamento politico e Abiy a governare.
Abiy è salito al potere nell’aprile 2018 e ha iniziato a introdurre riforme politiche ed economiche. Queste trasformazioni hanno aperto quella che una volta era una delle nazioni più repressive dell’Africa, ma le sue riforme decentralizzanti hanno anche favorito la nascita di rivendicazioni etniche, sociali e territoriali covate da anni da parte di gruppi che fino ad ora si erano ritenuti sottorappresentati specie nelle zone di confine tra i vari stati regionali che compongono l’Etiopia.