Le autorità etiopi hanno arrestato più di 4.000 persone nella regione settentrionale dell’Amhara. Lo hanno riferito ieri i media statali locali, specificando che i fermi fanno parte di una più ampia repressione contro i combattenti delle milizie, gli oppositori e i giornalisti.
Più di 200 dei sospetti sono accusati di omicidio, ha detto all’Amhara Media Corporation il funzionario della sicurezza, Desalegne Tasew, accusandoli di condurre “attività illegali” in nome del gruppo paramilitare di Fano. Non è invece chiaro il motivo per cui gli altri siano stati arrestati. Tasew non ha fornito alcuna prova a sostegno delle accuse di omicidi. Reuters, l’agenzia che ha diffuso la notizia, non ha potuto verificare in modo indipendente le affermazioni. Gizachew Muluneh, portavoce dell’amministrazione regionale di Amhara, e Legesse Tulu, portavoce del governo federale, non hanno commentato.
Amhara è la seconda regione più popolosa dell’Etiopia e un collegio elettorale chiave per il primo ministro Abiy Ahmed. Le forze di Amhara e la milizia di Fano hanno appoggiato le truppe federali di Abiy contro le forze ribelli nel Tigray settentrionale quando sono scoppiati i combattimenti nel 2020, ma da allora le relazioni tra alcuni alti funzionari amhara e il governo centrale si sono inasprite.