Etiopia – Salgono a 27 le vittime nelle proteste contro Abiy Ahmed

di AFRICA

Almeno 27 persone sarebbero morte negli scontri durante le proteste in Etiopia iniziate mercoledì contro il primo ministro Abiy Ahmed. Migliaia di manifestanti sono scesi in strada e hanno bruciato pneumatici e allestito barricate, bloccando strade in diverse città etiopi, almeno 15 stando a quanto reso noto dalle autorità.

Secondo quanto riportato da Agenzia Nova, il direttore medico dell’ospedale di Ambo, Abebe Fetene, ha confermato la morte di due pazienti che erano stati ricoverati in seguito agli scontri insieme ad altre 12 persone, mentre altre nove che avevano riportato ferite lievi sono state dimesse. I medici e le associazioni sul posto segnalano inoltre che sono decine i feriti in scontri fra i manifestanti e le forze di sicurezza intervenute per disperdere le proteste. Una vittima della città di Aweday sarebbe morta dopo aver riportato ferite da armi da fuoco, mentre la morte di cinque persone a Goru Gotu nella provincia orientale di Harargae è stata attribuita ai violenti scontri a sfondo religioso scoppiati fra musulmani e cristiani ortodossi.

Le violenze sono scoppiate dopo che il leader e attivista oromo Jawar Mohammed, ex alleato del premier Ahmed, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un messaggio in cui denunciava l’irruzione delle forze di sicurezza in casa sua per arrestarlo. Dopo lo scoppio delle violenze, Jawar ha invitato i suoi sostenitori alla calma.

Tuttavia il pesante bilancio ha portato Jawar Mohammed ad accusare il premier e il vincitore del Premio Nobel per la Pace, Abiy Ahmed, di agire da «dittatore». Il ministero della Difesa ha annunciato il dispiegamento di soldati in sette aree in cui la situazione è rimasta particolarmente tesa.

Mohammed, fondatore del gruppo media di opposizione Oromia Media Network (Omn), è un ex alleato del premier riformista Abiy. Entrambi appartengono alla comunità oromo, il maggiore gruppo etnico in Etiopia. Ma i rapporti tra i due si sono recentemente deteriorati, Jawar Mohammed ha criticato pubblicamente diverse riforme di Abiy Ahmed, che è stato da poco insignito del Nobel per la Pace.

Una parte degli etiopici, come le autorità stesse, che mirano alla creazione di stabilità in una nazione dalle etnie molto variegate, hanno criticato Jawar per aver usato un linguaggio eccessivamente etnico e divisivo, ma molti giovani oromo lo considerano un eroe.

Abiy è salito al potere nell’aprile 2018 e ha iniziato a introdurre riforme politiche ed economiche. Le trasformazioni hanno aperto quella che una volta era una delle nazioni più repressive dell’Africa, ma le sue riforme decentralizzanti hanno anche favorito la nascita di rivendicazioni etniche, sociali e territoriali covate da anni da parte di gruppi che fino ad ora si erano ritenuti sottorappresentati, specie nelle zone di confine tra i vari Stati regionali che compongono l’Etiopia.

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