Sciami di locuste stanno minacciando i mezzi di sussistenza degli agricoltori tigrini che devono ancora riprendersi dall’impatto della guerra. Secondo quanto riporta il sito Addis Standard, che rilancia un report dell’Ufficio per l’agricoltura del Tigray, nei distretti di Seyemti Adyabo, Tahtay Adyabo e Gemehalo è stata segnalata la presenza della locusta arborea chiamata Anacridium sp. Mebrahtom Gebrekidan, direttore della protezione delle colture dell’ufficio, ha detto che, dopo aver ricevuto le segnalazioni dalle amministrazioni locali la scorsa settimana, ha inviato una squadra e ha confermato gli sciami di locuste, ma non ha potuto fare molto “a causa della mancanza di logistica e risorse”.Mebrahtom ha affermato che il suo ufficio sta invitando “i residenti a utilizzare metodi tradizionali per combattere gli sciami”, aggiungendo che i distretti sono parzialmente occupati dalle forze eritree che limitano gli interventi.
Ashenafi Kiros, coordinatore per lo sviluppo delle colture e dell’orticoltura nel distretto di Seyemti Adyabo, ha dichiarato ad Addis Standard che le locuste hanno iniziato ad apparire nell’area il 12 marzo attraversando il confine dall’Eritrea. Ashenafi ha affermato che le locuste stanno già distruggendo i frutti selvatici conosciuti localmente come Gaba, Chiea, Mekie ecc. e che le persone usano come fonte di cibo alternativa di fronte all’incredibile insicurezza alimentare nella regione causata dalla guerra.
Ha inoltre espresso la sua preoccupazione per il fatto che la locusta, oltre ad altre piante utilizzate come foraggio per gli animali, possa anche distruggere i raccolti che gli agricoltori stanno seminando e aggravare l’insicurezza alimentare. Ha aggiunto che non c’è accesso a sostanze chimiche da spruzzare e che la gente del posto usa metodi tradizionali come fumi, ecc. per combattere gli sciami.
L’Ufficio per l’agricoltura del Tigray ha affermato di aver segnalato il verificarsi dell’invasione di locuste agli organismi interessati come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).