Etiopia – Stop alle adozioni internazionali. Il Parlamento: «Ci occuperemo noi dei nostri bimbi»

di Enrico Casale
adozioni internazionali

La notizia è rimbalzata sui maggiori media internazionali: non si potranno più adottare bambini dall’Etiopia, il Parlamento di Addis Abeba ha votato una nuova legge secondo cui orfani e piccoli abbandonati devono essere presi in carico e curati all’interno del Paese africano e non dagli stranieri. Americani in testa: un’adozione internazionale su cinque negli Usa riguarda un minore etiope (anche Zahara Marley, figlia di Angelina Jolie, viene da qui). Lo Stato governato con il pugno di ferro da Desalegn è tra i primi per provenienza dei piccoli adottati anche in Italia. Sarebbero almeno un centinaio le coppie nel nostro Paese interessate dal dietrofront.

«Una doccia fredda, un provvedimento per noi inaspettato» racconta al Corriere Roberto Rabattoni, presidente del Centro aiuti per l’Etiopia, uno dei 7 enti italiani accreditati, il più rappresentativo con i suoi 2400 bambini etiopi fatti arrivare in Italia dal 1990 e le 60 pratiche all’attivo oggi. «Per ben due volte avevano provato a far passare il provvedimento in Aula senza riuscirci, non è chiaro cosa sia cambiato — considera amaro Rabattoni al telefono sulla strada che dalla capitale porta al centro di piccoli disabili gestito nel sud del Paese dalla sua associazione.

Non che non ci fossero stati dei preallarmi: a giugno l’ambasciata italiana aveva avvertito sulla decisione del governo etiope di sospendere a tempo indeterminato le adozioni; a novembre la Cai, la Commissione adozioni internazionali che fa capo alla presidenza del Consiglio, aveva invitato gli stessi enti a non avviare nuovi iter. Eppure anche Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa, altro ente autorizzato per l’Etiopia, è rimasto sconcertato: «Prima di Natale sembrava che l’allarme fosse rientrato, che fosse prevalso il buonsenso» spiega al termine di un incontro a Roma con la vice presidente del Cai Laura Laera. «”Fermi tutti, aspettiamo di capire cosa è successo” è stata l’indicazione data a Roma» riferisce Arnoletti. Proprio ieri una coppia italiana se ne è tornata a casa felice: «La nostra ultima sentenza di adottabilità è di poche ore fa» racconta Rabattoni.

Ma per altri in attesa il lieto fine si allontana: «Sono almeno un centinaio le famiglie interessate. Questa legge è un dramma per loro, ma lo è anche per quei bambini a cui viene negato un futuro» osserva Arnoletti. In realtà, a detta delle autorità di Addis, la legge serve a proteggere i piccoli, dopo il caso di una coppia americana condannata nel 2013 per aver ucciso la bimba adottiva etiope. «Una motivazione strumentale – la definisce il presidente del Cifa -. Ci sono altre valutazioni in ballo. Per esempio: se cresce l’indice di adozioni nazionali aumenta la possibilità di ricevere fondi da investitori internazionali come il Fondo monetario».
(11/01/2018 Fonte: Corriere della Sera)

Condividi

Altre letture correlate:

Lascia un commento

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.