Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) ha espresso ieri in una nota ufficiale la sua “profonda preoccupazione” per l’arresto di tre giornalisti, a poche settimane dalla dichiarazione dello stato d’emergenza in Etiopia, e ha invitato le autorità etiopi a “rilasciare tempestivamente” tutti i membri della stampa attualmente detenuti per ragioni di lavoro.
Abay Zewdu (foto di apertura), caporedattore dell’emittente YouTube Amhara media center (Amc) è stato arrestato nella capitale Addis Abeba il 10 agosto e trasferito nella struttura militare di Awash Arba il 21 agosto. Gli agenti di polizia federali non hanno detto ad Abay il motivo per cui lo stavano arrestando e non ha ancora avuto la possibilità di andare in un tribunale. Attualmente si troverebbe nel centro di detenzione temporanea del campo militare dello Stato di Afar, nella città araba di Awash, circa 240 chilometri a est di Addis Abeba.
Yidnekachew Kebede, fondatore ed editore di Negari Tv, anch’essa emittente che va in onda su YouTube, è stato arrestato il 17 agosto ed è comparso in tribunale a Ketema, sobborgo di Addis Abeba, il 21 agosto. La polizia lo ha accusato di aver aiutato “elementi anti-pace” e di aver prodotto video di propaganda “con l’intento di provocare violenza”. Yidnekachew è stato rilasciato su cauzione di 6.000 birr (108 dollari) lo scorso 1 settembre e contro di lui non sono ancora state mosse accuse formali.
Fekadu Mahtemework, redattore capo del settimanale Ghion, è stato arrestato dalla polizia ad Addis Abeba il 25 agosto in base al decreto sullo stato di emergenza e gli è stato detto che non sarebbe stato portato in tribunale. È stato rilasciato il 4 settembre senza accuse formali.
L’Etiopia ha dichiarato lo stato di emergenza di sei mesi il 4 agosto, in risposta al conflitto in corso nello stato settentrionale di Amhara tra le forze governative e la milizia Fano. La legge sullo stato di emergenza garantisce al personale di sicurezza ampi poteri di arresto e prevede la sospensione del giusto processo legale. “Ancora una volta, le autorità etiopi prendono di mira i giornalisti proprio quando il pubblico ha bisogno di accedere a diversi reportage e commenti su un conflitto in corso” ha detto il rappresentante del Cpj per l’Africa subsahariana, Muthoki Mumo. “Le autorità etiopi dovrebbero rilasciare tutti i giornalisti detenuti per il loro lavoro e garantire che lo stato di emergenza ad Amhara non venga utilizzato per soffocare i media”.