Macallè, capitale del Tigray (Etiopia), questa mattina è stata oggetto di un attacco aereo. A denunciarlo i funzionari dell’ospedale locale e i vertici del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf). Il raid è arrivato due giorni dopo che il Tplf ha dichiarato di essere pronto per un cessate-il-fuoco e colloqui diretti con il governo del primo ministro Abiy Ahmed dopo quasi due anni di guerra.
“I droni di Abiy Ahmed hanno preso di mira il campus Adi Haki della Mekelle University”, ha detto su Twitter il portavoce del Tplf, Getachew Reda. Un altro portavoce del Tplf, Kindeya Gebrehiwot, ha affermato, sempre su Twitter, che la Mekele University è stata “bombardata” causando numerosi feriti e danni alle strutture. “Questo sta accadendo dopo che il governo del Tigray ha dato vita a una squadra negoziale e ha espresso la sua disponibilità per i colloqui di pace”, ha affermato. Kibrom Gebreselassie, un alto funzionario dell’ospedale Ayder del Tigray, ha cofermato su Twitter che c’è stato “un attacco di droni mattutino” su Macallè. “Un paziente ferito è arrivato ad Ayder. Il totale delle vittime non è ancora noto”, ha detto.
L’Agenzia France Presse non è stata in grado di verificare in modo indipendente le affermazioni. L’accesso al nord dell’Etiopia è severamente limitato e in Tigray c’è un blackout delle comunicazioni da oltre un anno. I funzionari del governo di Addis Abeba non hanno rilasciato dichiarazioni in merito.
Il Tigray è stato colpito da numerosi attacchi aerei da quando i combattimenti sono ripresi alla fine di agosto tra le forze governative e i loro alleati e i miliziani del Tplf nel nord dell’Etiopia. Il ritorno al combattimento ha infranto una tregua istituita a marzo che aveva portato a una sospensione degli scontri. Alla nuova offensiva hanno partecipato, secondo testimoni locali citati dai media internazionali, truppe eritree e interrotto le consegne di aiuti nel Tigray, dove l’Onu afferma che la mancanza di cibo, carburante e medicine sta causando un disastro umanitario. Entrambe le parti hanno accusato l’altra di aver sparato per prima e i combattimenti si sono diffusi dal Tigray meridionale ad altri fronti più a nord e ad ovest.
Domenica, il Tplf si è detto pronto per un cessate-il-fuoco e disponibile a un processo di pace guidato dall’Unione africana. Il Tplf ha affermato che una squadra negoziale composta da Getachew e dal generale Tsadkan Gebretensae, un ex capo dell’esercito etiope ora al comando militare centrale del Tigray, era “pronta per essere schierata senza indugio”.
La comunità internazionale – tra cui il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres; il presidente della Commissione dell’Ua, Moussa Faki Mahamat; e il segretario di Stato americano, Antony Blinken – ha esortato le parti in guerra a cogliere l’occasione per ristabilire la pace e la stabilità nel Nord dell’Etiopia.
Addis Abeba deve ancora commentare ufficialmente l’apertura da parte dei tigrini. Il governo etiope ha precedentemente affermato di essere pronto per colloqui incondizionati “sempre e ovunque” e ha chiesto che sia l’Unione africana a mediare.
Un numero incalcolabile di civili è stato ucciso da quando è scoppiata la guerra nel secondo Paese più popoloso dell’Africa e sono state documentate gravi violazioni dei diritti da parte di tutte le parti contro i civili. A marzo, le Nazioni Unite hanno affermato che almeno 304 civili erano stati uccisi nei tre mesi precedenti in attacchi aerei “apparentemente effettuati dall’aviazione etiope”.
L’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha documentato bombardamenti aerei e attacchi di droni su campi profughi, un hotel e un mercato e ha avvertito che attacchi sproporzionati contro obiettivi non militari potrebbero costituire crimini di guerra. Il governo ha accusato il Tplf di organizzare la morte di civili a causa di attacchi aerei per produrre indignazione e ha insistito sul fatto che l’aviazione di Addis Abeba prende di mira solo i siti militari.
Abiy, premio Nobel per la pace, ha inviato truppe nel Tigray nel novembre 2020 per rovesciare il Tplf in risposta a quelli che, secondo lui, erano provocazioni da parte tigrina. Ma il Tplf ha riconquistato la maggior parte del Tigray in una controffensiva a sorpresa nel giugno 2021 e ha poi attaccato le regioni vicine di Afar e Amhara prima che i combattimenti raggiungessero una situazione di stallo