Etiopia: Usa ai piloti, i voli civili possono essere colpiti

di claudia
guerra in Tigray

Gli Stati Uniti hanno avvisato i piloti degli aerei civili che operano sull’aeroporto di Addis Abeba, uno degli scali più trafficati dell’Africa, che i loro velivoli potrebbero essere “direttamente o indirettamente esposti al fuoco di armi da terra e/o terra-aria”. Il rischio, secondo la Federal Aviation Administration (Faa), sta aumentando con l’intensificarsi degli “scontri in corso” tra le forze etiopi e i miliziani del Tigray e l’avvicinarsi dei combattimenti alla capitale Addis Abeba.

Sempre gli Stati Uniti, questa settimana, hanno esortato i propri cittadini in Etiopia ad “andare via ora”, affermando che non i residenti non si possono aspettare un’evacuazione Usa “in stile Afghanistan”. La Faa non ha rilevato segnalazioni di interruzioni delle attività all’aeroporto internazionale di Bole e “nessuna minaccia all’aviazione civile”, ma afferma che il rischio per gli aerei in avvicinamento e in partenza potrebbe aumentare se le milizie del Tigray completassero l’accerchiamento della capitale. Le truppe del Tigray “probabilmente possiedono una varietà di armi antiaeree, tra cui granate a propulsione a razzo, armi anticarro, artiglieria antiaerea di basso calibro e sistemi di difesa aerea portatili” o Manpads (sistemi antiaereo portatili), che potrebbero raggiungere fino a 25.000 piedi e quindi, secondo la Faa, potrebbero colpire gli aerei civili. Anche la Gran Bretagna sconsiglia a tutti i viaggi in Etiopia. La scorsa settimana il ministro britannico per l’Africa, Vicky Ford, ha dichiarato ai giornalisti che è meglio evitare il Paese in questi mesi. Voci raccolte dalle agenzie internazionali parlano di un progressivo accerchiamento della capitale delle truppe tigrine e di quelle oromo loro alleate (Oromo Liberation Army).

Il governo etiope ha detto ai residenti di Addis Abeba, una città di oltre 5 milioni di persone, di prepararsi per un attacco dei ribelli. Il primo ministro Abiy Ahmed ha promesso di “seppellire i ribelli” e ha detto che i residenti dovranno difendere Addis Abeba con il sangue. “Addis Abeba di giorno, è normale. I caffè sono pieni. Il traffico è intenso. E le persone si muovono e lavorano – ha detto all’emittente statunitense Npr, Samuel Getachew, giornalista collaboratore di Africa Report e al-Jazeera -. Di notte scatta lo stato di emergenza”. Secondo il giornalista, numerose persone hanno ricevuto un veloce addestramento militare per difendere la città.

“I militari dicono alle persone che i possibili invasori distruggeranno la città – continua il giornalista -. Qui ad Addis Abeba ci sono stati inoltre numerosi arresti. Il governo etiope ha detto che non sono arresti in base all’etnia. I fermati sono fiancheggiatori del Tplf (Fronte popolare di liberazione del Tigray). La Commissione etiope per i diritti umani ha però affermato che molti di questi arresti sono stati effettuati su base etnica”.Il giornalista definisce “travolgente” e “frustrante” questo conflitto. “Mi chiedo come quando questo conflitto finirà – conclude -. Spero finisca presto e le persone possano tornare a vivere pacificamente”.

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