Ex-ribelli centrafricani arruolati nel gruppo Wagner e spediti in Mali

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Centinaia di miliziani ex-ribelli del gruppo guidato da Ali Darassa Mahamat si starebbero arruolando nel gruppo russo Wagner per essere inviati a combattere in Mali. Lo denuncia una fonte di InfoMundi in Repubblica centrafricana, che per ragioni di incolumità non possiamo citare e che, a sua volta, riferisce il racconto di alcuni testimoni oculari.

Non è la prima volta che arrivano informazioni sugli ex-ribelli centrafricani arruolati nel Wagner: dall’inizio della campagna di disarmo dei gruppi ribelli centrafricani, iniziata circa 10 anni fa, sono quasi 5.000 i combattenti centrafricani che hanno deposto le armi ma resta difficile smettere di combattere in un Paese dove esiste poco o nessun altro lavoro retribuito.

Il 4 aprile l’Associated press riferiva le testimonianze di quattro ex-combattenti, raggiunti nella città occidentale di Bouar e nella capitale Bangui, che hanno partecipato al programma di “disarmo, smobilitazione e reintegrazione”: tutti hanno detto all’agenzia stampa francese di avere difficoltà a reintegrarsi nella società e due di loro hanno ammesso di essere tornati a far parte dei gruppi armati. Uno di questi si è arruolato nel Wagner, il gruppo mercenario russo.

Nei giorni scorsi il gruppo Wagner, la fazione ancora non assorbita dal ministero della Difesa di Mosca che in Centrafrica vanta un grande potere economico e militare, ha rivendicato la mediazione che ha portato Centrafrica e Ciad ad avviare un progetto di cooperazione transnazionale lungo la linea di confine. L’accordo tra questi due Paesi, che appunto Wagner sostiene di aver mediato, ha portato alla riapertura del confine, chiuso da un decennio, e a operazioni di messa in sicurezza e smobilitazione di alcuni gruppi ribelli operanti lungo il confine. Ieri, in un gruppo Telegram collegato al Wagner in Centrafrica è comparso un post secondo la quale agli ex-ribelli smobilitati viene offerto di arruolarsi nelle Forze armate e, ai più “meritevoli” (non vengono enunciati tuttavia i parametri adottati per valutare questi “meriti”) di arruolarsi nel Wagner, di fatto confermando le voci che si rincorrono da tempo sugli ex-ribelli arruolati tra i mercenari russi.

La Repubblica centrafricana è in conflitto dal 2013, quando i ribelli, prevalentemente musulmani, presero il potere e costrinsero il presidente a dimettersi. Le milizie cristiane hanno reagito scatenando una guerra civile che, ancora oggi, ha sacche di resistenza sparse in tutto il territorio centrafricano: l’accordo di pace del 2019 non ha fatto altro che diminuire i combattimenti, con sei dei 14 gruppi armati che hanno firmato l’accordo che hanno poi ripreso le ostilità.

Il programma di reinserimento è iniziato nel 2015 come iniziativa pilota della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite. Tre anni dopo si è allargato ed è subentrato il governo di Bangui: attualmente il governo stima che fino al 15% di coloro che seguono il programma di disarmo ritornano nei gruppi armati e non è chiaro se nella categoria “gruppi armati” rientri anche il gruppo Wagner. Il programma incoraggia i combattenti a deporre le armi e dissuade le potenziali reclute: per aderire, i combattenti devono consegnare una pistola o diverse centinaia di cartucce di munizioni. Viene quindi data loro la possibilità di unirsi alle forze di sicurezza o di seguire una formazione professionale. Le Nazioni Unite, che hanno pilotato e sostenuto il programma, hanno affermato che si perdono le tracce di circa il 70% delle persone che vi partecipano. 

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