Si chiama Fatmata Binta la cuoca originaria della Sierra Leone, depositaria della trazione culinaria fulani, che ha trionfato alla settima edizione del Basque Culinary World Prize, un riconoscimento di prestigio assegnato ogni anno a chi è riuscito a fare la differenza nel connubio tra sostenibilità e ristorazione. A conquistare la giuria il suo “Dine on a mat”, una formula di ristorazione che potremmo definire nomade, così come la sua storia.
Rappresentante della tradizione fulani, la più grande tribù nomade dell’Africa, Fatmata Binta ha vinto un premio internazionale grazie al suo ristorante nomade che da quattro anni si impegna per diffondere e far conoscere in tre continenti la storia, la tradizione, gli ingredienti e le tecniche ancestrali che compongono la cucina fulani.
Il lavoro di Fatmata è stato premiato per l’impatto positivo che il suo contributo porta nella società. Le cene della chef sierraleonese sono infatti spesso rivolte alla solidarietà, pensate per raccogliere fondi a favore della Fulani Kitchen Foundation, una piattaforma pensata per sostenere i diritti delle donne e ragazze di tutte le regioni in cui si spostano i Fulani. Attualmente sono più di 300 famiglie di 12 comunità e 4 regioni del Ghana a beneficiare dell’iniziativa.
Il viaggio tra cucina e sostenibilità per Fatmata è iniziato fin da piccola. “Ricordo vividamente di essere cresciuta in uno spazio in cui il cibo era una grande sfida – ha raccontato Fatmata a Forbes – Cibo, comunità, cultura, tradizione avevano un grande significato. Per mia madre e le mie zie, il cibo era una forma di intrattenimento. Mi sono svegliata guardandole fare la stessa cosa ogni giorno: portare un cestino al mercato… solo ora mi rendo conto di quanto vivessero in modo sostenibile. Tutto è stato trasportato in un grande cesto, mai in contenitori di plastica.” Tra gli otto e i dieci anni, Fatmata visse con la nonna paterna che possedeva un ristorante locale e le insegnò i trucchi del mestiere, infondendole dentro di sé la necessità di ridurre al minimo gli sprechi durante la cottura.
La carriera di Fatmata ha inizio una decina di anni fa, quando si trasferì in Spagna. A quel tempo cucinare rappresentò per lei solo un mezzo di sostentamento. La passione arrivò poco dopo, quando, nel 2014 decide di trasferirsi ad Accra, in Ghana, e di frequentare una scuola di cucina. Questa decisione l’avrebbe portata al Kenyan Culinary Institute di Nairobi, in Kenya. La giovane chef era preoccupata che sua madre non avrebbe approvato la sua scelta di frequentare una scuola di cucina, di scegliere il cibo come carriera. “Ero preoccupata che non l’avrebbe trovata sostenibile”, dice.
A giudicare dal premio, la storia andò diversamente. Ironia della sorte, la sostenibilità e il suo patrimonio familiare sono in prima linea nella sua pratica culinaria.