Domani, 21 marzo, si celebra la giornata mondiale delle foreste. Un appuntamento per ricordare quanto siano importanti – e in pericolo – le foreste perché, come ricorda il World economic forum (Weforum), «dal pulire l’aria che respiriamo, al fornire il cibo che mangiamo e le medicine che prendiamo quando siamo malati, può essere facile dimenticare la gamma di modi in cui le foreste toccano la nostra vita quotidiana». Il Weforum sottolinea che circa 1,6 miliardi di persone – comprese oltre 2.000 culture indigene – dipendono, per il loro sostentamento, dalle foreste che sono anche uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità sulla terraferma, che ospita oltre l’80% delle specie terrestri di animali, insetti e piante. Inoltre, le foreste giocano anche un ruolo inestimabile nel combattere il cambiamento climatico e nel contribuire alla prosperità e al benessere delle generazioni future – a patto che esse e le loro risorse siano gestite in modo sostenibile.
Nonostante ciò «la deforestazione continua a ritmi vertiginosi» come si apprende dallo studio del Wwf “Fronti di deforestazione: cause e risposte in un mondo che cambia” che, pubblicato a inizio anno, identifica e analizza i 24 principali fronti di deforestazione in 29 Paesi di Africa, Asia e America Latina che custodiscono una superficie forestale di 377 milioni di ettari.
In 13 anni, tra il 2004 e il 2017, un’area forestale grande come la California, circa 43 milioni di ettari, è stata cancellata. L’agricoltura per soddisfare la domanda del mercato globale rimane la prima causa, in Africa pesa però particolarmente l’aumento della pressione dei piccoli coltivatori. Lo studio evidenzia che circa due terzi della deforestazione globale, tra il 2000 e il 2018, è avvenuta in aree tropicali e sub-tropicali: e se 8.000 anni fa, circa la metà della superficie terrestre era occupata da foreste, oggi si è ridotta al 30%. Nei 24 fronti di deforestazione – identificati – è andato perduto così il 10% della superficie forestale mentre quasi la metà della foresta ancora in piedi (circa il 45%) ha subito frammentazioni.
Negli ultimi 10 anni in Africa si è registrata un’accelerazione della deforestazione da 3,4 a 3,9 milioni di ettari annui. Tra i fattori che spiegano tale accelerazione figurano la crescita demografica della popolazione africana, l’espansione dell’agricoltura su micro-scala, l’utilizzo ancora diffuso del legname come combustibile per il riscaldamento domestico.
Per quanto riguarda le risposte da mettere in campo, «per sconfiggere la deforestazione» si rileva anche l’importanza del ruolo dei cittadini: per Wwf «vanno ridotti i consumi di carne e di prodotti contenenti le materie prime incriminate (come soia e olio di palma)». Sul fronte politico e normativo Wwf con la campagna #Together4Forests, sostenuta da più di un milione di persone in Europa, chiede una nuova legge «per tenere i prodotti legati alla deforestazione e alla distruzione della natura fuori dal mercato europeo».
Infine la Ong sottolinea che «in molte aree la deforestazione è un fattore determinante nel provocare un aumento delle temperature» per questo chiede che «il blocco della deforestazione sia riconosciuto anche come strategia per la lotta al cambiamento climatico», una questione fondamentale per il continente africano.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) ha organizzato, in occasione della giornata in difesa delle foreste, una cerimonia online che, a partire dalle 11 del mattino del 21 marzo, affronterà il tema «Restauro delle foreste: un percorso di recupero e benessere».
(Valentina Giulia Milani)