Francia – Dorent, il Richelieu africano di Bolloré

di Enrico Casale
vincent bollorè

Si chiama Jean-Philippe Dorent è lui l’uomo chiave dello scandalo che ha coinvolto il gruppo Bollorè in Africa. Capo della divisione internazionale dell’agenzia di comunicazione Havas Paris, stretto collaboratore di Vincent Bolloré, come il miliardario bretone è indagato per  «violazione della fiducia» e «falsificazione». Ma chi è Jean-Philippe Dorent? Cosa sappiamo delle sue reti di conoscenze africane?
Jean-Philippe Dorent ha in gran parte costruito la sua carriera nel continente africano. Prima come consulente in Senegal per conto della compagnia petrolifera Vitol poi come responsabile dell’agenzia di comunicazione Rscg, poi entrata a far parte della Havas.

«Dorent è un comunicatore che ha messo il suo immenso know-how al servizio di grandi politici africani per una ragione: fare gli interessi finanziari o industriali del suo capo. E chi è il suo capo? Vincent Bolloré e nessun altro», afferma ai microfoni di Radio France Internationale,  Nicolas Vescovacci, autore del libro «Vincent Tout Puissant», dedicato al miliardario francese e alle sue reti.

Un capo che mantiene stretti legami, a volte l’amicizia, con diversi capi di stato africani. In particolare con Faure Gnassingbé in Togo e Alpha Condé in Guinea, due uomini che, durante le elezioni del 2010, hanno usufruito della consulenza di Jean-Philippe Dorent. Oltre alle campagne elettorali, l’agenzia Havas assicura anche l’organizzazione della comunicazione per eventi nazionali.

«È stato davvero operativo, in paesi come Togo, Costa d’Avorio, Camerun – osserva Antoine Glaser, giornalista francese, specialista nel continente africano -. È sempre stato lui a organizzare le campagne presidenziali locali. Ma anche altri eventi». Operazioni che permettevano a Jean-Philippe Dorent di tessere la sua tela e farsi un nome nei circoli del potere africani.

Oltre a Jean-Philippe Dorent e Vincent Bolloré, è stato incriminato anche il direttore generale del gruppo Bolloré, Gilles Alix. La giustizia francese lo ha accusato di corruzione di un pubblico ufficiale straniero, complicità nell’abuso di fiducia e complicità nella contraffazione.

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