Frontiere africane sempre più chiuse

di Enrico Casale
frontiera

L’Africa si chiude in se stessa. Negli ultimi mesi, Nigeria, Kenya, Ruanda e Sudan hanno chiuso i propri confini. I motivi sono diversi: controversie diplomatiche, problemi di sicurezza, precauzioni sanitarie e dispute economiche. Al di là delle ragioni che le hanno causate, dimostrano un atteggiamento che va in controtendenza rispetto ai tentativi che da anni vengo fatti per una maggiore integrazione del continente. Ma perché si sono registrate queste chiusure? Vediamo i casi più importanti

Nigeria

Lunedì, l’agenzia doganale ha confermato di aver chiuso i confini terrestri a tempo indeterminato, impedendo ogni movimento di merci nel tentativo di limitare il contrabbando. «È vietata l’esportazione e l’importazione di beni attraverso i confini terrestri e questo per garantire il controllo totale su ciò che arriva», ha detto ai giornalisti di Abuja Hameed Ali, controllore generale del Servizio doganale nigeriano. L’annuncio di Ali è stata la prima conferma ufficiale di un arresto totale degli scambi attraverso i confini terrestri della Nigeria, che era stato riportato dai media locali da agosto.
«Stiamo metendo a punto strategie su come gestire al meglio le merci quando saremo pronti, il blocco cesserà gradualmente», ha aggiunto. La chiusura non ha alcun impatto sulle esportazioni petrolifere economicamente cruciali della Nigeria, che vengono spedite quasi interamente attraverso i porti marittimi e le piattaforme petrolifere offshore della nazione.

Sudan

Il Sudan ha chiuso i confini con Libia e Repubblica Centrafricana per «motivi di sicurezza». Una dichiarazione rilasciata dalle autorità sudanesi afferma che i veicoli attraversano illegalmente i confini con le due nazioni, entrambe coinvolte in crisi politico-militari.

Ruanda-Uganda

In agosto, Uganda e Ruanda hanno concordato di riaprire i confini e si sono impegnati a risolvere una disputa diplomatica che aveva sollevato timori di ostilità. Il Ruanda aveva chiuso un trafficato valico di frontiera con l’Uganda a febbraio, accusando il vicino di aver effettuato controlli eccessivi sui suoi cittadini e aver appoggiato i gruppi ribelli contro il governo di Kigali.

Kenya-Somalia

A giugno, il Kenya ha chiuso il confine con la Somalia e sospeso il commercio transfrontaliero nell’ambito delle operazioni di sicurezza contro il gruppo terroristico al-Shabaab. «Oltre alle preoccupazioni per la sicurezza, siamo anche consapevoli del traffico di esseri umani e narcotici. Deve smettere. Ora è un crimine e per coloro che non lo sanno, il confine rimane chiuso fino a nuovo avviso», ha spiegato il capo della polizia Kioi Muchangi. Il Kenya ha più volte chiuso il confine con la Somalia, per motivi di sicurezza e talvolta diplomatici.

Ruanda-Rd Congo

Mentre molti Paesi hanno seguito la richiesta dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di non chiudere i confini a seguito dell’epidemia di ebola nella Rd Congo, le autorità del Ruanda hanno chiuso il confine per diverse ore. La chiusura è stata provocata dalla conferma di una terza morte nella città congolese di Goma. La città si trova proprio di fronte alla città ruandese di Gisenyi e molti residenti delle due città attraversano il confine per lavoro e altre attività.

Etiopia-Eritrea

Appena un anno dopo la firma dell’intesa di pace tra Etiopia ed Eritrea che ha sancito la riapertura dei confini, il governo del presidente Isaias Afwerki ha chiuso i valichi a Serha-Zalambesa, Bure-Assab e Om Hajer-Humera, senza fornire spiegazioni ufficiali al vicino.

Guinea Equatoriale

Ad agosto, le autorità del Camerun hanno espresso preoccupazione per i piani della Guinea equatoriale di costruire un muro lungo il confine condiviso. Secondo diverse fonti, la Guinea equatoriale accusa il Camerun di aver fatto entrare illegalmente nel suo territorio gli africani occidentali.

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