Ben otto ex ufficiali militari dell’esercito del Gambia sono stati condannati per aver preso parte al tentato colpo di Stato del 2017 per rovesciare il presidente Adama Barrow.
È quanto stabilito lunedì dalla Corte marziale gambiana, secondo cui, come riporta Agenzia Nova, gli imputati, vicini all’ex presidente Yahya Jammeh, sono stati condannati a pene comprese fra i tre e i nove anni di carcere: su di loro pendono nove capi d’accusa, tra cui tradimento e cospirazione.
In particolare, gli ufficiali sono stati condannati per aver cospirato per l’arresto di ministri ed esponenti militari e per aver attaccato la forza internazionale stabilita in Gambia in seguito al rifiuto dell’ex presidente Jammeh di lasciare il Paese dopo aver perso le elezioni presidenziali del 2016, vinte da Barrow. Secondo la Corte, gli otto imputati erano in contatto via WhatsApp con l’ex capo dello Stato, al potere per 22 anni.
L’ex presidente del Gambia, che attualmente vive in esilio in Guinea Equatoriale, è accusato di ripetuti crimini e violazioni dei diritti umani commessi durante la sua presidenza. Per fare luce su di essi il governo di Banjul ha istituito, per volere del presidente Barrow, una Commissione per la verità e la riconciliazione composta da 11 membri e presieduta dall’ex diplomatico delle Nazioni Unite Lamin Sise.
In base a quanto accertato finora dalla Commissione, Jammeh ha sottratto 362 milioni di dollari dalle casse dello Stato durante i 22 anni in cui è stato alla guida del Paese, come dichiarato di recente dal ministro della Giustizia, Abubacarr Tambadou.
Come riportato da RFI in un’altra sentenza della Corte marziale, sempre lunedì, i due generali, Umpa Mendy e Ansumana Tamba, sono stati invece assolti dall’accusa di diserzione. I due avevano lasciato il Paese assieme a Jammeh nel gennaio del 2017 per poi rientrare un anno dopo.