di Cèline Camoin
I pescatori artigianali del Gambia subiscono perdite economiche a causa del taglio delle loro reti da parte di imbarcazioni straniere che operano illegalmente vicino alla costa. Queste navi industriali esauriscono le risorse idriche e costringono i pescatori artigianali ad avventurarsi più lontano in mare. La riduzione delle risorse marine dovuta alla pesca eccessiva contribuisce ad aumentare il rischio di insicurezza alimentare per le popolazioni locali. Questa situazione, simile a quella subita dai pescatori del vicino Senegal, è denunciata in questi giorni da Amnesty International, che lancia una campagna di sensibilizzazione.
“Le attività di tutti gli attori della pesca, comprese le navi industriali straniere e la fabbrica di farina di pesce, minacciano i diritti economici e sociali delle comunità locali a Sanyang in Gambia”, afferma Amnesty.
Anche i trasformatori e i commercianti artigianali di pesce soffrono della scarsità del pesce e dell’aumento dei costi. Le fabbriche di farina di pesce competono direttamente con loro, incidendo negativamente sui loro mezzi di sussistenza. La riduzione delle risorse marine dovuta alla pesca eccessiva contribuisce ad aumentare il rischio di insicurezza alimentare per le popolazioni locali. Anche i proprietari di ristoranti, alberghi e bar locali lottano con la scarsità di pesce, l’aumento dei prezzi e l’odore nocivo emanato dalla fabbrica di farina di pesce, che porta al declino delle loro attività.
Il prezzo del pesce bonga in Gambia è aumentato in modo significativo da quando sono arrivate le fabbriche di farina di pesce. Gli affumicatori di pesce specializzati in alose e sardinelle devono affrontare una dura concorrenza, poiché queste specie vengono pesantemente catturate da canoe che lavorano con fabbriche di farina di pesce e navi industriali che le esportano.
Adja, una vedova sulla quarantina, ha detto di aver iniziato ad affumicare pesce dopo la morte del marito per mantenere se stessa e i suoi cinque figli, di età compresa tra i 10 e i 7 mesi. Ma il lavoro è duro e il reddito precario. Adja affumica principalmente alose e sardinelle, ma la pesca massiva da parte della fabbrica di farina di pesce e dei pescherecci stranieri rende il pesce più scarso e più costoso.
Amnesty lancia un invito a inviare una mail al presidente del Gambia per esortarlo ad agire subito.
“Questa pesca eccessiva non è sostenibile, sia in termini di salute generale degli oceani che di sofferenza della popolazione umana. Chiediamo oggi alle autorità gambiane di proteggere le comunità gambiane e preservare i mari del Gambia”, chiede Amnesty.