Nessuno se lo aspettava. Né gli osservatori internazionali. Né gli elettori. Né Adama Barrow. Né, molto probabilmente, lo stesso Yahya Jammeh. Eppure è successo. Dopo 22 anni di potere assoluto, Jammeh non solo è stato sconfitto, ma ha accettato di lasciare il potere al suo avversario. Quell’Adama Barrow che si era candidato come leader di sette partiti dell’opposizione e aveva condotto una campagna elettorale coraggiosa, ma all’insegna di una sorta di rassegnazione («tanto alla fine tornerà al potere Jammeh»). E invece tutto cambia in Gambia, il piccolo Stato (due milioni di abitanti) incastonato nel Senegal.
Jammeh, 51 anni, è salito al potere nel 1994 grazie a un golpe. Da allora è stato rieletto quattro volte ed è diventato famoso per le sue prese di posizione bizzarre. Come quando ha annunciato di essere in grado di curare l’Aids e l’infertilità o come quando ha affermato che avrebbe schiacciato gli omosessuali come si fa con le zanzare che portano la malaria. Al di là del folklore però ha retto il Paese con pugno di ferro. I suoi avversari erano incarcerati e torturati. Un golpe tentato nei suoi confronti è stato duramente represso. Ma soprattutto ha voluto il suo Paese fuori dal Commonwealth, dalla Corte Penale Internazionale e, dopo averlo trasformato in repubblica islamica, ha avviato una progressiva delaicizzazione delle strutture pubbliche.
Il nuovo Presidente ha una storia diversa. Coetaneo di Jammeh, si è trasferito a Londra nel 2000 dove ha lavorato come guardia giurata in un negozio. Tornato in Gambia nel 2006, ha creato una società immobiliare che gestisce tuttora. Barrow ha promesso di rilanciare l’economia, di imporre un limite di due mandati presidenziali di dar vita a un Governo di transizione di tre anni e di rivedere il piano di uscita dal Commonwealth e dalla Corte Penale Internazionale. «Sono molto, molto, molto felice. Sono entusiasta di aver vinto questa elezione e spero che il Paese possa ripartire», ha detto alla Bbc. Per il Gambia si apre quindi una nuova stagione. Tutti sperano migliore di quella precedente.