Il ministro della Giustizia del Gambia Dawda Jallow ha difeso, in una conferenza stampa tenutasi la settimana scorsa, il nuovo progetto di Costituzione, una riforma ritenuta essenziale dai partner internazionali del Paese africano al fine di garantire stabilità politica al Paese e che dovrebbe essere votata nel 2025. Questo progetto mira a sostituire la Costituzione del 1997, la Carta che ha permesso all’ex-dittatore marabutto Yahya Jammeh, salito al potere con un colpo di stato nel 1994, di consolidare il suo controllo sul Paese: la Commissione per la revisione della Costituzione, istituita nel giugno 2018, ha pubblicato la sua prima bozza nel novembre 2019, testo che è stato tuttavia respinto dai deputati nel 2020 a causa del carattere “retroattivo” della limitazione a due del numero dei mandati della Costituzione.
Quattro anni dopo, il governo vuole dare al testo una seconda possibilità, in particolare dopo aver eliminato la clausola di retroattività dal limite del mandato presidenziale, il che significa che il presidente Adama Barrow, al potere dal 2017, potrebbe servire due nuovi mandati a partire dall’adozione della nuova Costituzione. “Ci rammarichiamo di non essere stati in grado di rispettare il nostro calendario: la Costituzione dovrebbe essere adottata nel 2025 se supererà tutte le fasi del processo” ha detto Dawda Jallow in conferenza stampa, ripreso dai media locali. Il testo dovrà passare l’esame del Parlamento prima del voto popolare tramite referendum.
Yahya Jammeh è stato eletto nel 1996, e poi rieletto, fino alla sua sconfitta nel dicembre 2016 contro l’avversario Adama Barrow. Dopo sei settimane di crisi politica, con colpi di scena causati dal rifiuto di Jammeh di cedere il potere, l’ex-presidente ha dovuto lasciare definitivamente il Paese il 21 gennaio 2017 in seguito all’intervento militare di una forza regionale composta principalmente da truppe senegalesi e ad un’ultima mediazione guineano-mauritana. Attualmente vive in Guinea Equatoriale.
