Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha espresso la disponibilità dell’Egitto a raggiungere “un accordo vincolante ed equilibrato senza ulteriori indugi” con l’Etiopia, per porre fine alla lunga disputa sulla Grande diga del millennio etiope (Gerd). Le dichiarazioni di al-Sisi sono arrivate durante la quarta Cairo Water Week, evento organizzato dal ministero egiziano delle Risorse idriche e dell’irrigazione in collaborazione con partner nazionali, regionali e internazionali. Nel suo discorso, al-Sisi non parlato di una soluzione militare alla crisi da parte del Cairo.
Secondo l’Egitto, un accordo vincolante con l’Etiopia aiuterebbe a garantire lo sviluppo e gli obiettivi economici dell’Etiopia limitando al contempo qualsiasi danno ai Paesi a valle. I negoziati sulla crisi sono stati interrotti da quando l’Etiopia ha annunciato il completamento del secondo riempimento. Il Cairo ha fatto ricorso all’Onu che ha delegato il compito di mediazione all’Unione Africana.
A settembre, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una dichiarazione presidenziale che incoraggiava Egitto, Sudan ed Etiopia a “riprendere i negoziati” per raggiungere rapidamente un accordo accettabile e vincolante sul riempimento e la gestione della diga.
Al-Sisi ha spiegato che l’Egitto ha già sperimentato le carenze d’acqua: “La quota annuale di acqua pro-capite non supera i 650 m3 mentre la soglia internazionale annuale per la povertà idrica assegnata dalle Nazioni Unite è di 1.000 m3 pro-capite”, ha affermato. Al-Sisi ha affermato che il Cairo ha elaborato una strategia su quattro fronti per gestire le sue risorse idriche fino al 2037 con un costo di 50 miliardi di dollari. “La strategia mira a razionalizzare l’uso dell’acqua, purificare le risorse idriche, fornire risorse idriche aggiuntive attraverso la creazione di impianti di trattamento delle acque e creare un clima adatto per una gestione ottimale dell’acqua”, ha osservato.
Il tono della leadership egiziana è cambiato nelle ultime settimane dopo un’estate nella quale i toni si sono alzati e le posizioni irrigidite. Nel frattempo, diverse agenzie di stampa hanno riferito che l’Etiopia si stava preparando per il terzo riempimento della diga che potrebbe complicare ulteriormente il processo di dialogo. Anche l’Etiopia è devastata dalla guerra civile e il governo vuole presentare quanto prima completare il progetto Gerd per ottenere il sostegno della popolazione. La fragile situazione politica del Sudan, esacerbata da un golpe militare, complica anche il contesto necessario per la ripresa dei negoziati.