Ghana: il Vintage Gala, abiti usati per una moda più sostenibile

di claudia

Il Vintage Gala, come lo hanno soprannominato i fondatori, due ventitreenni ghanesi chiamati Prince Quist e James Edem Doe Dartey, è un movimento di giovani ghanesi appassionati di abbigliamento vintage che si oppongono all’industria globale del fast fashion, incoraggiando i loro coetanei a fare acquisti di seconda mano.

“L’idea è quella di ispirare tutti a non buttare abiti vintage perché i prodotti di seconda mano non sono roba di seconda classe”, ha detto Dartey alla Reuters: “Acquistare vintage rende il riciclo migliore. Se indossi vestiti che sono stati fatti in passato stai aiutando l’ambiente non usando materie prime”.

Il Ghana riceve circa 15 milioni di capi di abbigliamento usati ogni settimana (ne abbiamo parlato sul numero di settembre ottobre della Rivista Africa) dai paesi occidentali e dalla Cina, scaricati alla rinfusa, spesso a prezzi irrisori e qualità discutibile. Secondo la Or Foundation, che ha sede negli Stati Uniti, circa il 40% di questo finisce in enormi discariche urbane. Gran parte invece passa attraverso il Kantamanto di Accra, uno dei più grandi mercati di abbigliamento del continente, dove vengono vendute balle di abiti usati in base alla qualità prevista degli indumenti avvolti all’interno. Diverse ore prima dell’alba, gli appassionati di vintage come Quist e Dartey setacciano queste balle di vestiti importati a Kantamanto, alla ricerca di capi da rivendere sulle pagine Instagram, seguite da migliaia di follower in Ghana e all’estero.

Secondo loro l’acquisto di seconda mano non solo aiuta a ridurre l’impatto ambientale della moda ma consente anche a loro e ai loro clienti di esprimere stili unici, che vanno oltre alle tendenze attuali.

foto di Andrew Esiebo/Panos /Luz

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