Dopo decenni di studi in laboratorio, prove sulle cavie, piccoli successi e grandi fallimenti, si sperimenterà finalmente sul terreno il primo vaccino contro la malaria. L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) lo testerà in Ghana, Kenya e Malawi coinvolgendo 750mila bambini tra cinque e diciassette mesi.
Lo ha annunciato la stessa Oms durante una conferenza a Brazzaville in occasione del World Malaria Day che si è celebrato ieri 25 aprile. Il vaccino si compone di quattro dosi che saranno somministrate una volta al mese per i primi tre mesi e poi una quarta iniezione, il richiamo, dopo un anno e mezzo.
Secondo un rapporto pubblicato dall’Oms, il tasso mondiale di nuovi casi tra il 2010 e il 2015 è diminuito del 21%, e quello di morti causate dalla malattia del 29%. La minaccia per la salute pubblica rimane però alta, con 212 milioni di nuovi casi nel 2015 e 419mila morti, quasi tutte in bambini sotto i cinque anni. L’Africa è il continente più colpito con il 90% dei casi registrati e il 92% dei morti.
In laboratorio, il vaccino ha dimostrato di poter ridurre anche il numero di casi gravi di un terzo. La necessità di inoculazioni multiple, logisticamente impegnativa, unita all’efficacia relativamente più bassa dei normali vaccini, con il 40% dei casi prevenuto, ha però spinto l’Oms a optare per un progetto pilota invece che per l’adozione su larga scala. Se anche i test sul campo confermeranno l’efficacia, allora si passerà a un utilizzo su ampia scala.
Il vaccino, considerato che molti dei farmaci in uso stanno perdendo efficacia a causa delle resistenze registrate nei plasmodi (i parassiti portatori della malattia), è considerato dall’Oms l’arma più potente per sradicare definitivamente la patologia.