Ghana, lotta alla pillola che sbianca i bambini

di Enrico Casale
mamma in ghana

Un tempo erano gli acidi. Poi le creme. Oggi sono le pillole. La mamma prende alcune pastiglie prima della gravidanza e spera. Spera che il suo piccolo o la sua piccola abbia la pelle bianca o, almeno, chiara. Più chiara di quella dei genitori. In Ghana questa è la nuova tendenza delle neomamme. Secondo le autorità sanitarie, che hanno lanciato l’allarme, tale pratica presenta gravi rischi. Queste compresse potrebbero infatti avere ricadute sia sulla salute della puerpera sia su quella del neonato. Tra i rischi per la salute, gli esperti medici citano le malformazioni congenite, tra cui il danneggiamento degli arti e degli organi interni. Non solo, ma non vi è alcuna certezza che la pelle del nascituro sia più chiara di quella dei genitori.

Di fronte al dilagare dell’uso di queste pastiglie, ad agosto la Fda, l’autorità responsabile della messa in commercio di prodotti alimentari e farmaceutici sicuri, ne aveva vietato la vendita di prodotti di sbiancamento. Nonostante la proibizione i prodotti continuano a essere commercializzati al mercato nero, parallelo a quello ufficiale. Le pastiglie continuerebbero infatti a essere introdotte clandestinamente dall’estero e in grandi quantità.

Le autorità del Ghana hanno però deciso di non demordere. Gli agenti della polizia sono scesi in campo per rintracciare e perseguire le società e gli individui in possesso delle pillole illecite. Il rischio è che, vietate le pastiglie, si diffondano altri sistemi ancora più rischiosi. Già oggi in Ghana si sta diffondendo la pratica di massaggiare la pancia della puerpera con con prodotti depigmentanti. L’obiettivo è sempre lo stesso: avere un bimbo o una bimba con la pelle chiara.

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