Dieci minatori illegali hanno perso la vita dopo che un pozzo minerario è crollato su di loro a Wassa Esikuma, nel comune di Prestea Huni Valley, nella regione ghanese Occidentale. Lo riferisce la stampa locale precisando le forze di sicurezza intervenute dopo il crollo sono riuscite a salvare quattro minatori gravemente feriti.
Le attività minerarie illegali, le cosiddette galamsey, in Ghana, sono particolarmente diffuse nel settore aurifero. Nel Paese il numero dei galamseyer, ossia delle persone impegnate nell’estrazione illegale, è sconosciuto, ma si ritiene che sia compreso tra 20.000 e 50.000. Il ministro dell’Informazione aveva parlato di 200.000 persone impegnate in galamsey. Se si considerano i cercatori occasionali i numeri si alzano ancora.
I galamseyer operano principalmente nella parte meridionale del Ghana dove ci sono notevoli riserve di giacimenti d’oro, di solito nelle vicinanze delle più grandi compagnie minerarie, e rappresentano un gruppo socialmente svantaggiato, anche per ragioni di salute. L’attività estrattiva richiede il maneggio di sostanze chimiche inquinanti che, oltre a danneggiare l’ambiente, colpiscono in primo luogo le persone che le utilizzano.
Il governo, nella sua rinnovata guerra contro le galamsey, aveva inviato, la primavera scorsa, oltre 200 militari per rimuovere tutte le operazioni minerarie illegali in corso su vari corpi idrici, oltre ad aver ordinato di cessare tutte le attività di prospezione nel Paese e di interrompere il rilascio di licenze a persone o società.
Il ministero del Territorio e delle risorse naturali aveva anche istituito un gruppo di monitoraggio e valutazione per valutare i progressi nella lotta contro l’estrazione illegale.