Ghana, una biblioteca con oltre quattromila volumi celebra la letteratura del continente

di claudia
Sylvia Arthur

Portare una luce sul ruolo dell’Africa nella letteratura mondiale: questo l’obiettivo di Sylvia Arthur (nella foto), scrittrice ed imprenditrice di origini ghanesi, oggi cittadina del Regno Unito. Nel 2017 ha fondato la Libreria dell’Africa e della diaspora (Library of Africa and The African Diaspora), un’istituzione culturale con sede ad Accra che conserva, raccoglie e diffonde la produzione letteraria di scrittori di origine africana dalla fine del Diciannovesimo secolo ad oggi. Una biblioteca che si fa simbolo di un passato, ma che costruisce anche un futuro, organizzando inoltre laboratori, residenze, proiezioni, spettacoli.

Ospita oltre quattromila libri la libreria/biblioteca fondata da Sylvia Arthur con l’intento di creare un compendio più esaustivo possibile sul patrimonio letterario del continente, racchiudendo voci e autori che hanno cambiato molte generazioni dal Diciannovesimo secolo ad oggi. L’idea è partita da un vuoto con cui Arthur è cresciuta, ovvero un contesto occidentale permeato dalla mancanza di diffusione di libri di autori africani o di origine africana. Oggi la situazione è cambiata, spiega l’imprenditrice intervistata da Okay Africa.

La biblioteca fondata dall’imprenditrice ha una doppia natura pubblica e privata, spiega Arthur. I libri sono suoi ma sono pensati per essere condivisi con il pubblico. Soprattutto si tratta di un patrimonio ghanese, un tipo di raccolta che risuona in maniera diversa nella popolazione locale, lontana dal concetto di libro proveniente da un donatore occidentale.

La libreria è suddivisa per tematiche, privilegiando quelle più urgenti o attuali a livello sociale. La raccolta, riporta la medesima fonte, si realizza sul filo di progetti quali la definizione di un “futurismo africano” o un archivio che raccoglie storie di donne che vivono lungo la costa del Ghana. L’intento di Arthur è quello di rendere la sua biblioteca uno spazio quanto più aperto e critico possibile, sfidando la convenzione diffusa nel continente che vede questi spazi come “elitari”. Molto spazio è dato alla tradizione orale, u cui si basa molta della cultura africana che non è solo prodizione scritta.

“Quello che facciamo è riunire tutta l’Africa e la diaspora attraverso la letteratura”, chiosa Arthur, a capo di un’istituzione che sta diventando un punto di riferimento sempre maggiore, visitato da persone provenienti da ogni parte del Ghana ma anche fuori dal Paese.

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