La polizia del Ghana ha arrestato più di 100 persone, per lo più sostenitori del neo-presidente eletto John Mahama, per “atti di illegalità”. I sostenitori di Mahama avrebbero attaccato le sedi di alcune istituzioni statali, saccheggiato proprietà e partecipato a disordini in cui sarebbero rimasti feriti alcuni membri della polizia e dell’esercito.
Queste persone avrebbero anche incendiato due uffici della Commissione elettorale, lamentando il ritardo nell’annuncio dell’esito delle elezioni di sabato e citando alcuni disaccordi su alcuni risultati parlamentari. Lo stesso Mahama, tramite nota ufficiale, ha condannato l’atto vandalico e invitato sia il presidente uscente Nana Akufo-Addo che le agenzie di sicurezza ad “agire con decisione” per affrontare la violenza. Il vicepresidente Bawumia, candidato presidenziale sconfitto, ha pubblicamente invitato il presidente eletto a tenere a freno i suoi sostenitori.
Mahama ha vinto le elezioni di sabato con il 56,6% dei voti, contro il 41,6% di Bawumia, il margine di vittoria più ampio di tutte le elezioni ghanesi degli ultimi 24 anni: anche il National democratic congress (Ndc, il partito di Mahama) ha ottenuto un’ampia maggioranza in Parlamento, con 186 seggi contro i 76 dell’Npp, relegato all’opposizione. 10 seggi sono ancora da assegnare: in Ghana, è consuetudine che i sostenitori del partito vincente prendano il controllo delle istituzioni statali, chiedendo che i membri nominati dal governo in carica lascino i loro incarichi prima che il presidente eletto presti giuramento.
Questa tradizione politica affonda le sue radici nella politica del “chi vince prende tutto”, secondo la quale il partito al potere ottiene il controllo su tutto, compresi posti di lavoro e contratti.