Ha solo 20 anni, ma è già entrato nella leggenda. Ghirmay Ghebreselassie, eritreo, dopo aver vinto nel 2015 la maratona del Mondiale di atletica, è diventato il più giovane vincitore della maratona di New York.
Il suo talento si manifesta presto. Un insegnante di educazione fisica si accorge delle sue potenzialità e lo invita a cimentarsi con i 10 mila metri. Ha 14 anni e in pista si distingue, ma lui vuole di più. La situazione dell’Eritrea è drammatica e sa che con l’atletica non riesce a mantenersi. Decide così di sfruttare le sue potenzialità per lanciarsi nella maratona, molto più redditizia anche se molto più impegnativa.
Nel 2015 arriva secondo ad Amburgo e in quell’estate prende l’oro anche nella maratona mondiale a Pechino. Alla maratona di Londra e quella delle Olimpiadi di Rio si presenta come favorito. Vuole vincere, ma racimola solo due quarti posti. Le mancate vittorie lo innervosiscono. Non riesce a mandare giù di non essere riuscito neppure a salire sul podio. Contro il parere del suo staff decide di iscriversi a una terza maratona: quella di New York. Una follia per qualsiasi atleta. La maratona è una prova molto impegnativa e difficilmente se ne corrono più di due all’anno. Ma lui, con la testardaggine dei suoi vent’anni, tira dritto. «Quando perdi fiducia non hai più speranza», commenta Ghirmay. E la strada gli dà ragione. Nel week end straccia ogni concorrenza e vince nella Grande Mela.
Ma la vittoria non è l’unico successo. Solo nel 2006, il record eritreo di maratona era 2h 15’ 36, dieci anni dopo 15 eritrei sono andati sotto le due ore e 12 minuti, 5 di loro sono scesi sotto le 2 ore e otto minuti. Ghebre è l’energico capofila del movimento.
E, considerata l’età, in futuro potrebbe riserva altre sorprese.