L’Italia del fare, di chi coopera, di chi fa impresa, e anche l’Italia delle istituzioni o dei pezzi di istituzioni che funzionano, in Africa ci stanno andando con sempre maggiore frequenza
Il nostro è un osservatorio molto particolare, perché ci consente di monitorare tra le altre cose i movimenti di istituzioni, Ong, imprese italiane in Africa. E quando parlo di osservatorio mi riferisco sia alla rivista Africa che ad altri due fondamentali strumenti di informazione sul continente ovvero l’agenzia di stampa InfoAfrica e il mensile economico Africa e Affari.
Ora, al di là delle mobili vicende politiche italiane, l’Italia del fare, di chi coopera, di chi fa impresa, e anche l’Italia delle istituzioni o dei pezzi di istituzioni che funzionano, in Africa ci stanno andando con sempre maggiore frequenza.
Soffermandoci sulle imprese. Questo movimento verso l’Africa sembra dettato, è vero, dalla necessità di aprire nuovi mercati perché la crisi morde e perché non si vedono alternative; ma una percentuale crescente di imprese crede davvero nelle possibilità di questo continente e al primo approccio resta spiazzato dalle realtà che trova. Realtà che possono essere complesse e che sono distanti dal racconto che arriva in Italia.
Da qui l’entusiasmo che spesso cogliamo facendo semplicemente il nostro mestiere, cioè raccogliendo storie, vicende umane. Da questo punto di vista, mi ha colpito, qualche mese fa, quanto ho visitato l’Etiopia, un Paese che consideriamo vicino e che, negli ultimi anni, è stato, a più riprese, visitato da esponenti di governo e rappresentanti istituzionali.
Per qualche giorno, lo scorso giugno, Addis Abeba si è trasformata in un affollato avamposto del Made in Italy con la concomitanza di due iniziative: una missione di sistema organizzata da Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane; e l’assemblea dei soci di Res4Africa, fondazione che riunisce le aziende della filiera delle energie rinnovabili. In totale, un centinaio di aziende.
Ora, l’Etiopia non andrà bene per tutti coloro che si sono presentati in quei giorni ad Addis Abeba, ma una frazione di quelle imprese, in realtà, ha cominciato a muoversi, nella consapevolezza di alcune criticità, intravedendo possibilità di collaborazione con realtà locali che a loro volta hanno la necessità di crescere e cercano partner veri. Strette di mano, accordi guardandosi negli occhi: questo si è visto ad Addis Abeba. Una virgola rispetto ai margini esistenti, ma, come recita un proverbio, un lungo viaggio comincia sempre con un primo passo.
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Nato a Palermo nel 1973, Gianfranco Belgrano è un giornalista professionista e si occupa soprattutto di esteri con una predilezione per l’Africa e il Medio Oriente. È direttore editoriale del mensile Africa e Affari, dell’agenzia di stampa InfoAfrica e di tutti gli altri media di Internationalia. Ha lavorato con varie testate (tra cui L’Ora ed EPolis) e si è avvicinato all’Africa con l’agenzia di stampa Misna, che ha lasciato nel 2013 per fondare con l’amico e collega Massimo Zaurrini il gruppo editoriale Internationalia.