Negli ultimi anni i grandi investimenti nelle infrastrutture portuali hanno dato impulso alla crescita economica di Gibuti, ma la pandemia di COVID-19 e il conflitto nella vicina Etiopia hanno avuto un impatto significativo sull’attività economica del paese. Lo afferma il Fondo monetario internazionale (FMI) in un documento diffuso al termine di una missione di verifica nel Paese conclusasi nei giorni scorsi.
La missione del FMI a Gibuti ha affermato che gli investimenti infrastrutturali su larga scala hanno guidato una forte crescita economica nel paese, di quasi il 7% tra il 2013 e il 2019, prima della pandemia. Tuttavia, sono stati generati pochi posti di lavoro interni e scarse entrate fiscali e la disoccupazione rimane elevata. “Di conseguenza, i progressi sui risultati sociali sono stati lenti” scrive l’FMI.
Secondo il Fondo, la pandemia e il conflitto in Etiopia hanno messo in luce le vulnerabilità macroeconomiche di Gibuti. Il COVID-19 ha fatto crollare l’attività economica a causa delle interruzioni del commercio globale, quindi ha ridotto la domanda dall’Etiopia. Di conseguenza, la crescita della produzione è rallentata a circa l’1% lo scorso anno.
“Le prospettive economiche sono offuscate dal conflitto in Etiopia. Si prevede che la crescita riprenderà a circa il 4% nel 2021 su un rimbalzo degli investimenti e delle costruzioni, ma le prospettive per il 2022 sono meno favorevoli”, si legge nel testo. La crescita del 2022 è soggetta a rischi al ribasso a causa della guerra civile in Etiopia e di una possibile recrudescenza della pandemia di coronavirus.
Ma il settore portuale è ben posizionato per beneficiare di un rimbalzo del commercio regionale e globale. Il FMI ritiene che la sfida principale di Gibuti sia quella di sostenere una ripresa duratura e inclusiva. Il Fondo incoraggia le autorità a dare priorità alla mobilitazione delle entrate nazionali per ripristinare la sostenibilità del debito e creare spazio per la spesa sociale. Il suggerimento è ridurre le esenzioni fiscali, anche per le imprese statali, attuando riforme della governance e della gestione delle finanze pubbliche per preservare la stabilità economica.
Il FMI ritiene che le riforme strutturali aiuterebbero a creare posti di lavoro, i miglioramenti nel sistema educativo aiuterebbero ad affrontare le discrepanze tra lavoro e competenze e gli investimenti in corso nella produzione solare ed eolica ridurrebbero il prezzo dell’elettricità e aumenterebbero la competitività del paese. Una parziale privatizzazione di Djibouti Telecom potrebbe aiutare a ridurre i prezzi dell’IT ed espandere l’accesso locale ai servizi cellulari.