«La tratta di persone è la schiavitù più estesa in questo XXI secolo!». (Papa Francesco)
Più di cento Paesi sono tuttora privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica e più del 70 per cento delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini. È il drammatico quadro che le Nazioni Unite denunciano in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
In Italia, si sono registrati oltre 150 “femminicidi” nel corso dell’ultimo anno. E molte altre forme di violenza e discriminazione riguardano il vissuto quotidiano di tantissime donne. Poco però si parla di un altro fenomeno più sommerso, ma altrettanto drammatico: quello della tratta degli esseri umani, specialmente per lo sfruttamento sessuale. Una vera e propria schiavitù contemporanea. Che riguarda milioni di donne in tutto il mondo. E decine di migliaia nel nostro Paese.
L’Associazione Slaves no more è nata un anno fa specialmente per assistere le donne vittime di tratta e per lottare contro ogni forma di violenza, soprattutto quella che schiavizza, annulla la dignità delle persone e porta verso la morte psicologica e fisica.
Forte del lavoro svolto in questo anno – soprattutto attraverso progetti di protezione delle vittime e di rimpatri assistiti di donne vittime di tratta in Nigeria – Slaves no More vuole unirsi al grido di tutte quelle donne che, nel mondo, subiscono ogni sorta di violenza. Deve esserci un sobbalzo di responsabilità da parte di tutte le Istituzioni perché si adoperino con maggiore incisività nella coscientizzazione dell’opinione pubblica su questo grave crimine contro gran parte dell’umanità e attivino ogni mezzo a loro disposizione per sradicare questo turpe delitto.
Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e presidente dell’Associazione Slaves no More ricorda che sono migliaia le donne che vengono violate ogni giorno, trasportate con l’inganno da una parte all’altra del mondo, col solo scopo di soddisfare piaceri sessuali e di permettere facili guadagni a chi organizza questi loschi traffici. «Le autorità di ogni Paese – afferma suor Bonetti – non devono dimenticare che è loro dovere primario la salvaguardia delle persone più vulnerabili. Ma noi tutti, società civile, istituzioni, Chiesa, dobbiamo lavorare per scardinare la cultura dello sfruttamento e della mercificazione del corpo della donna. Solo impegnandoci di più nell’educazione e nella prevenzione potremmo combattere questa orribile schiavitù e restituire giustizia, libertà e dignità alle donne sfruttate. Perché si possa finalmente dire: Mai più schiave!».
SLAVES NO MORE onlus – MAI PIÙ SCHIAVE
Associazione contro le violenze sulle donne e il traffico di esseri umani per lo sfruttamento lavorativo e sessuale (slavesnomore@libero.it)