Nella Giornata mondiale del sangue, intitolata quest’anno “Dona il sangue e fai battere il mondo”, l’Organizzazione Mondiale della sanità afferma che le scorte di sangue nel continente africano sono diminuite nell’ultimo anno poiché meno persone hanno donato sangue durante la pandemia di covid-19.
La direttrice regionale per l’Africa Matshidiso Moeti ha affermato che ciò è dovuto alle restrizioni di viaggio e alle preoccupazioni per l’infezione che hanno impedito alle persone di frequentare i centri di donazione. “Ci sono circa sette milioni di pazienti che hanno bisogno di questo prodotto salvavita nei paesi africani ogni anno”, ha affermato Moeti, ricordando quindi come la disponibilità di sangue e le trasfusioni siano aspetti chiave nel fornire cure di qualità per salvare le madri che hanno emorragie durante il parto e le persone con lesioni gravi. “Il sangue è necessario per le procedure chirurgiche, nonché per trattare l’anemia grave, le malattie ereditarie del sangue e altre condizioni. Il sangue può essere conservato solo per un tempo limitato e quindi una fornitura costante di donazioni è importante per assicurarsi che siano sempre disponibili emoderivati adeguati”, ha affermato.
Moeti ha affermato inoltre che come parte della risposta al covid-19, 10 paesi africani stanno studiando la somministrazione del plasma da persone guarite dal covid. Tra questi ci sono Etiopia, Guinea e Mauritius. Studi di controllo randomizzati sono in corso in Sudafrica e Uganda.
Moeti ha affermato che la giornata è stata anche un’opportunità per ringraziare e apprezzare i donatori di sangue volontari e non retribuiti per questo dono salvavita.
Nell’ultimo anno le scorte di sangue sono diminuite nella regione africana poiché le restrizioni ai movimenti e i timori di infezione hanno impedito alle persone di accedere ai siti di donazione.
Moeti ha affermato che il tasso di donazione di sangue è diminuito del 17% mentre la frequenza delle donazioni di sangue è diminuita del 25%. La domanda di sangue è diminuita del 13% con la sospensione degli interventi chirurgici di routine in alcuni paesi e un minor numero di persone che cercano assistenza nelle strutture sanitarie. “Tuttavia, anche durante la pandemia, i donatori di sangue in molti Paesi hanno compiuto sforzi straordinari per continuare a donare il sangue”, ha detto. “Le campagne di sensibilizzazione sostenute dalla collaborazione di associazioni di donatori, organizzazioni della società civile e forze armate e di sicurezza, hanno portato a buoni livelli di reclutamento volontario di donatori in otto paesi africani”.
L’Oms, riferisce Moeti, sta lavorando con una serie di parti interessate per migliorare l’accesso a forniture di sangue di qualità. In particolare, l’organizzazione sta collaborando con la Coalition of Blood for Africa (CoBA), lanciata nel novembre 2020, per guidare l’agenda, incluso il coinvolgimento dell’Organizzazione delle First Ladies africane per lo sviluppo (Oaflad) e del settore privato.
L’organizzazione sta collaborando inoltre con il programma BloodSafe finanziato dal National Institutes of Health degli Stati Uniti d’America sostiene la ricerca per migliorare la disponibilità di sangue sicuro nei paesi africani e sta avviando altre partnership, anche con Facebook.
“Stiamo incoraggiando più giovani a donare il sangue per salvare vite umane e per ispirare anche i loro coetanei e le loro famiglie”, ha affermato Moeti.
La stessa ha detto che in alcuni paesi, in linea con le linee guida nazionali, le persone di 16 e 17 anni possono donare il sangue con il consenso dei loro genitori o tutori, e in tutti i paesi chiunque abbia più di 18 anni può salvare la vita di qualcuno donando il sangue.