Papa Francesco è da sempre in prima linea contro le ingiustizie e l’avidità dell’Occidente interessato a (depredare) le ricchezze del continente africano. Una voce potente, autorevole, la sua, che ha costantemente invitato i leader politici a mettere lo sviluppo dell’Africa al centro delle agende internazionali. Parole di denuncia troppo spesso inascoltate. Che ora vengono messe nero su bianco grazie a un libro, fresco di stampa, che raccoglie tutti i discorsi e le omelie di Papa Francesco pronunciati durante il suo viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan: «Giù le mani dall’Africa!», con la prefazione della scrittrice nigeriana di fama mondiale Chimamanda Ngozi Adichie.
È ora in libreria il volume di papa Francesco «Giù le mani dall’Africa!» (Libreria Editrice Vaticana, pp. 152, euro 15), con la prefazione della scrittrice nigeriana di fama mondiale Chimamanda Ngozi Adichie. Il volume raccoglie tutti i discorsi e le omelie di Papa Francesco pronunciati durante il suo viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan (31 gennaio – 5 febbraio 2023) insieme a varie testimonianze, comprese quelle di persone vittime di violenza inaudita e di conflitti armati.
È un libro prezioso perché unisce la parola profetica di Francesco a voci di donne e uomini congolesi e sud sudanesi che rivelano, con grande coraggio e umiltà, il loro percorso di sofferenza e di fede, offrendo una rara testimonianza della capacità di perdono dell’uomo. Nella prefazione, Chimamanda Ngozi Adichie definisce l’incontro del Papa con il popolo del Congo e del Sud Sudan «un omaggio all’importanza primaria degli esseri umani comuni. Ecco un leader religioso attentissimo alle minuzie della sofferenza delle persone, al peso e al valore delle emozioni, dei sentimenti. Ecco un leader che dà l’esempio, esortando gli altri a non perdere il senso di meraviglia davanti all’incontro umano». «Giù le mani dall’Africa!» – confida la scrittrice nigeriana – «mi regala una piccola speranza per il Congo, il Sud Sudan e per l’amato continente dal cuore spezzato che chiamo casa».
Questo libro, ripercorrendo le diverse tappe del pellegrinaggio di Francesco sul suolo africano, evidenzia la sua vicinanza a due popoli feriti dalla guerra, impoveriti da potenze straniere predatorie, indeboliti dalla corruzione delle classi politiche locali. Inoltre, il Papa ha visitato una Chiesa che, anche in situazioni estreme, testimonia l’indefessa presenza del cristiano a fianco dei poveri, delle vittime dei conflitti, delle donne violentate, dei giovani costretti a imbracciare un fucile, dei bambini senza educazione né futuro. Risuona, nel cuore di queste pagine, il grido di Papa Francesco per il continente al suo arrivo a Kinshasa, davanti alle autorità congolesi: «Giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare. L’Africa sia protagonista del suo destino! (…) L’Africa, sorriso e speranza del mondo, conti di più: se ne parli maggiormente, abbia più peso e rappresentanza tra le Nazioni!». Altrettanto importante, il vibrante appello del Santo Padre alla ricostruzione e alla riconciliazione lanciato da Giuba, in Sud Sudan: «É l’ora di dire basta, senza “se” e senza “ma”: basta sangue versato, basta conflitti, basta violenze e accuse reciproche su chi le commette, basta lasciare il popolo assetato di pace. Basta distruzione, è l’ora della costruzione! Si getti alle spalle il tempo della guerra e sorga un tempo di pace!».
Sempre a Juba, nella cattedrale di Santa Teresa, il pontefice ha invitato i preti presenti ad “alzare la voce contro l’ingiustizia e la prevaricazione: perché queste “Schiacciano la gente e si servono della violenza, per gestire gli affari all’ombra dei conflitti”.
Francesco ha trasmesso un invito sfidante perché ciascuno compia, nella propria situazione di vita, «un’amnistia del cuore». Ha diffuso un messaggio di speranza e nello stesso tempo ha ascoltato delle parole cariche di indicibile dolore ma anche di inedita speranza: l’annuncio che l’amore vince la morte, che il perdono riscatta la violenza, che il bene sconfigge il male. Fra le diverse testimonianze indimenticabili, che attestano la forza disarmata del Vangelo, quella di Emelda M’karhungulu di Bugobe. Tenuta come schiava sessuale e abusata per tre mesi all’età di 16 anni, ha dichiarato davanti al Papa: «Poniamo sotto la croce di Cristo questi abiti di uomini in armi che ancora ci fanno paura, per averci inflitto innumerevoli atti di violenza atroci e indicibili, che continuano ancora oggi. Vogliamo un futuro diverso. Vogliamo lasciarci alle spalle questo passato oscuro e poter costruire un bel futuro. Chiediamo giustizia e pace. Perdoniamo i nostri carnefici per tutto quello che hanno fatto e chiediamo al Signore la grazia di una convivenza pacifica, umana e fraterna».