Secondo un nuovo rapporto pubblicato nei giorni scorsi dall’Unione Africana (Ua) e dall’Agenzia delle Nazioni unite per la migrazione (Oim), la maggior parte dei migranti internazionali africani si sposta principalmente all’interno del continente. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’Africa migration report, lanciata congiuntamente dall’Ua e dall’Oim ad Addis Abeba, in Etiopia, che rileva che la migrazione in Africa rimane “un fenomeno complesso”, con molteplici fattori che modellano le decisioni delle persone riguardo agli spostamenti all’interno e fuori del continente.
Secondo il rapporto, una caratteristica chiave della migrazione africana è che la maggior parte dei migranti internazionali intraprende la migrazione intra-africana: i paesi africani hanno più emigranti che immigrati, con un livello di migrazione internazionale inferiore alla media globale. I dati del rapporto mostrano che circa 25,1 milioni di persone, pari a circa l’1,9% degli 1,3 miliardi di persone che vivono in Africa, vivono al di fuori dei paesi in cui sono nati, una percentuale rimasta al di sotto della quota corrispondente globale del 3,6% nel 2020: “I migranti africani migrano fuori dal continente, anche se in misura leggermente inferiore rispetto all’interno dell’Africa, mentre l’immigrazione verso l’Africa dall’estero è limitata”.
Il rapporto sottolinea che la migrazione gioca un ruolo importante nello sviluppo dei paesi africani di origine poiché i migranti continuano a mantenere forti rapporti con i parenti e le comunità di appartenenza nei loro paesi contribuendone allo sviluppo: il ruolo dei migranti nello sviluppo si manifesta sotto forma di rimesse e attraverso la condivisione di conoscenze e idee tra i paesi di destinazione e quelli di origine.
Il rapporto ha inoltre evidenziato che, sebbene il continente africano sia sede di alcuni degli sviluppi più promettenti nella cooperazione e collaborazione regionale, ospita anche alcuni dei modelli contemporanei più intricati di mobilità umana.