Ali Bongo Ondimba è tenuto sotto sorveglianza, circondato dalla sua famiglia e dai suoi medici: lo ha detto un militare sul canale Gabon24, leggendo il secondo comunicato dei golpisti che stamattina hanno annunciato la fine del regime del presidente Bongo in Gabon. Le immagini sono inoltrate a InfoAfrica da Marc Ona, noto attivista della società civile, e coordinatore internazionale del movimento filo democrazia Tournons la page, che segue attentamente gli sviluppi, ai quale, ci dice, non si aspettava.
I golpisti si sono autonominati “Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzione” (Ctri). Hanno annunciato, nella medesima comunicazione, l’arresto di diverse persone per alto tradimento nei confronti delle alte istituzioni statali, massiccia appropriazione indebita di denaro pubblico, malversazioni finanziarie internazionali in banda organizzata, falso, falsificazione della firma del presidente della repubblica, corruzione attiva, traffico di stupefacenti. Elencano i nomi degli arrestati: Nourredine Bongo Valentin (figlio di Ali Bongo), Ian Ghislain Ngoulou, direttore di gabinetto presidenziale, Mohamed Ali Saliou, vicedirettore di gabinetto, Abdoul Hosseini, consigliere, Jessye Ela Ekoga, consigliere, Cyriaque Mvourandjiami, alto esponente del partito al potere. Un’inchiesta sarà eseguita dalle autorità competenti e le persone coinvolte dovranno rispondere delle proprie azioni.
“Popolo gabonese, è finalmente arrivata la nostra emergenza verso la felicità”, afferma il portavoce.
Ci si interroga su quello che sarà il futuro prossimo della nazione africana, anch’essa già colonia francese, governata da decenni dallo stesso clan politico.
La vittoria di Ali Bongo Ondimba, in carica dal 2009 e in gara per il terzo mandato consecutiva, sarebbe stata quella di troppo. “Gli ultimi provvedimenti ci avevano fatto capire che una forzatura si stava preparando: l’imposizione di un coprifuoco notturno, ancora prima dell’annuncio di risultati, allorché non c’era alcuna manifestazione; la sospensione di Internet il giorno del voto – ripristinato stamani dai militari – il rifiuto di osservatori elettorali, di giornalisti dall’estero, erano tutti i segnali evidenti che si stavano manipolando i risultati. Ultima prova, l’annuncio dei risultati a un orario improbabile, le 04:00 del mattino”, ritiene Marc Ona Essangui, noto attivista della società civile gabonese, che da anni deplora la cattiva gestione del Paese da parte del regime.
“Il fatto che l’opposizione si sia trovata concorda attorno a un candidato, Alberto Ondo Ossa, un indipendente, professore universitario, ferreo critico del regime, aveva suscitato un interesse di ultimo minuto tra la popolazione, inizialmente rassegnata. Ma il consenso dell’opposizione attorno a Ondo Ossa ha spinto anche chi non voleva ad andare a votare. E ha funzionato: alle urne, Ali Bongo è stato battuto”, afferma, alla luce di una situazione economico-sociale che non cessa di deteriorarsi, di una corruzione rampante, e di un’esasperazione popolare, secondo l’interlocutore
Il fatto che il comando della guardia repubblicana, finora fedelissima a Bongo, ribaltasse la situazione era piuttosto inaspettato, secondo Marc Ona.
Qualcuno, tra gli analisti seguiti da InfoAfrica, ipotizza che il vero motivo del golpe potrebbe essere il sacrificio di Bongo a costo di non fare accedere l’opposizione, o i veri vincitori di questo voto, al potere. Lo determineranno le prossime mosse delle parti.