Google blocca Africa Stream, accuse di propaganda russa

di claudia

Il gigante americano Google ha bloccato sul suo sistema Workspace la piattaforma di streaming African stream, che per tutta risposta accusa il motore di ricerca di “censura”. African stream è un’organizzazione panafricana di media digitali che si occupa di “dare voce agli africani”: nota per i suoi contenuti all’avanguardia incentrati sull’Africa, di recente il segretario di Stato americano Antony Blinken ha suggerito che la piattaforma sia influenzata dalla propaganda russa e l’ha etichettata come “propagandisti del Cremlino”.

Il blocco di Google ha comportato la perdita di due anni di e-mail e file archiviati sul cloud di Google, secondo una dichiarazione di African stream, che sostiene che il divieto fa parte di una più ampia repressione da parte delle aziende tecnologiche statunitensi: “Come altre piattaforme tecnologiche e di social media, come YouTube, Facebook, TikTok, Instagram e Threads, che ci hanno dato il benservito nelle ultime due settimane, Google non ha fornito alcuna ragione credibile per bandirci”.

L’azienda nega le accuse e sostiene di non aver mai violato alcuna policy interna di Google: “Come possono le grandi aziende tecnologiche inchinarsi dopo il discorso di un funzionario statunitense?” si legge nel comunicato di African stream, che sostiene di operare esclusivamente sui social media, diffondendo contenuti incentrati sull’Africa volti a sfidare gli stereotipi negativi e ad amplificare le voci africane in tutto il mondo. African stream ha sede a Nairobi, in Kenya. 

Condividi

Altre letture correlate: