In tutto il mondo dell’arte c’è molta attesa per l’apertura, il 22 settembre a Città del Capo, dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa. Voluto da Jochen Zeitz, ex amministratore delegato di Puma e collezionista di arte contemporanea africana e della diaspora, occuperà 9 piani, quasi 10.000 metri quadri nel Grain Silo di Victoria & Alfred Waterfront, uno dei luoghi più frequentati dai turisti. Con 80 gallerie, 18 spazi previsti per formazione e workshop, una collezione permanente che ha come cuore la Zeitz, sarà il più grande museo di arte contemporanea africana al mondo.
La scelta del Sudafrica per questo progetto magistrale non sorprende. Qui più che altrove nel continente sono presenti da anni le infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’arte: un mercato sostenuto e alimentato anche dalla Fnb Joburg Art Fair, gallerie prestigiose (come Goodman, Stevenson o Momo, per citarne alcune), scuole di fine e visual art, pubblicazioni e piattaforme ad hoc, per esempio Chimurenga, il cui fondatore Ntone Edjabe è stato nella giuria internazionale della Biennale d’arte 2017.
L’evento e la sua portata culturale vanno però oltre il Sudafrica. Non a caso grandi artisti di tutto il continente (El Anatsui, Pascale Marthine Tayou, Yinka Shonibare…) hanno donato allo Zeitz delle opere da mettere all’asta per raccogliere fondi. E la scelta dei nomi per le mostre di inaugurazione conferma la vocazione panafricana: la scultrice e fotografa Nandipha Mntambo, originaria dello Swaziland; l’attivista dello Zimbabwe Kudzanai Chiurai (che qualcuno avrà apprezzato recentemente al Pac di Milano in occasione della mostra Africa. Raccontare un mondo); il fotografo angolano Edson Chagas, che riproporrà il lavoro con cui, alla Biennale 2013, aveva conquistato il Leone d’Oro per la migliore partecipazione nazionale.
(Stefania Ragusa)