La produzione di gas dall’Africa subsahariana raddoppierà entro il 2030, guidata dagli sviluppi dei progetti in acque profonde. Lo riferisce uno studio di Rystad Energy, una società indipendente di ricerca su energia e business intelligence con sede a Oslo, in Norvegia, e uffici in varie parti del mondo.
La ricerca di Rystad Energy, i cui risultati sono stati divulgati di recente, spiega che le forniture di gas naturale non sfruttate nell’Africa subsahariana dovrebbero essere liberate in questo decennio, con una produzione più che raddoppiata da 1,3 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno nel 2021 a 2,7 milioni nel 2030.
Il ruolo maggiore in questa crescita spetta ai giacimenti in acque profonde, la cui produzione di gas finora è stata minima. “Ciò dovrebbe cambiare, tuttavia, poiché il gas proveniente dalle riserve di acque profonde aumenterà nei prossimi anni. La produzione da sviluppi in acque profonde salirà alle stelle, da 120.000 barili di petrolio equivalente al giorno nel 2021, il 9% della produzione totale (…) a un milione, che rappresentano il 38% della produzione totale”.
Poiché la domanda globale di gas continua a crescere e i Paesi importatori soffrono di problemi di approvvigionamento, le prospettive di produzione per la regione sono promettenti, recita il comunicato pubblicato il 23 febbraio, alla vigilia dell’offensiva militare russa in Ucraina.
“Si prevede che la produzione di acque profonde aumenterà ulteriormente negli anni ’30, con la produzione di gas più che raddoppiata in cinque anni a 2,1 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno entro il 2035. Il gas dalle riserve di piattaforma e terra aumenterà entro il 2035 e contribuirà per circa il 46% ai 4 milioni di barili previsti di produzione totale di gas dalla regione, sulla base delle riserve recuperabili stimate, delle tempistiche e dei piani di sviluppo”, afferma la ricerca.
La produzione di gas naturale nell’Africa subsahariana è stata storicamente bassa, ma sembra destinata a cambiare a causa di significativi ritrovamenti in acque profonde non sviluppate in Paesi come Mozambico, Sudafrica e Mauritania. I giacimenti di acque profonde etichettati nel progetto Area 4 Lng di TotalEnergies in Mozambico, dove si dovrebbe iniziare la produzione nel 2028, contengono circa 2,3 miliardi di barili di petrolio equivalente nelle riserve di gas. Il giacimento di Brulpadda in Sudafrica, anch’esso gestito dalla major francese, detiene 715 milioni di barili, mentre lo sviluppo di gas naturale liquefatto galleggiante (Flng) operato da British Petroleum, a cavallo del confine marittimo tra Mauritania e Senegal, ha una stima di 300 milioni di barili.
Delle attuali riserve potenziali recuperabili nell’Africa subsahariana, circa il 60% si trova in regioni di acque profonde, di cui quasi il 60% è gas. Il Mozambico domina con il 52% delle risorse totali di gas recuperabili nell’area, seguito dalla regione marittima Senegal-Mauritania con un 20% combinato e dalla Tanzania con circa il 12%. La Nigeria detiene anche significative riserve recuperabili di gas che contribuiranno al previsto aumento della produzione.
I progetti deepwater nell’Africa subsahariana sono, tuttavia, “rischiosi e possono essere ritardati o non autorizzati a causa degli elevati costi di sviluppo, delle difficoltà di accesso ai finanziamenti, dei problemi con i regimi fiscali e di altri rischi. Con le major che continuano a frenare la spesa a monte e a preparare un corso sulla transizione energetica per aiutare a ridurre le emissioni, molti progetti di acque profonde dovranno affrontare sfide che escono dal sentiero tracciato”, spiega Rystad Energy. Le banche europee stanno inasprendo le normative per il finanziamento di progetti di idrocarburi ad alte emissioni e le banche africane potrebbero far fatica per fornire i finanziamenti necessari.