Sembrano tutte identiche come se le strisce del loro manto fossero state disegnate in serie. Ma in realtà non è così. Alcuni piccoli dettagli distinguono alcune zebre dalle altre: ventre completamente bianco e striature molto più sottili e fitte sono i segni distintivi della zebra di Grévy.
Si tratta di una specie che vive in Kenya e nella vicina Etiopia, Paesi dell’Africa orientale che ospitano gli ultimi sopravvissuti del particolarissimo animale. Negli anni Settanta si stimava infatti che in Kenya fossero ancora presenti, allo stato brado, 15.000 esemplari mentre oggi ne rimangono solo circa 2500.
Le Grévy sono le più primitive e robuste di tutte le zebre: alte 1,25-1,6 metri al garrese, sono lunghe 2,5-3 metri dalla testa alla coda, con quest’ultima che misura tra i 38 e i 75 cm. I maschi pesano tra i 380 e i 450 kg, le femmine tra i 350 e i 400. Hanno un capo grande e massiccio e orecchie ampie e rotonde. La criniera si estende a tutto il dorso solo nei piccoli. Ma a differenziarle dalle altre zebre non è solo l’aspetto fisico: il loro comportamento ricorda infatti quello degli asini selvatici. Abituate a vivere in piccoli gruppi, si aggregano ai grandi branchi solo per le migrazioni stagionali. Ogni zebra pensa per sé e l’unico rapporto stabile è quello tra madre e figli. I maschi sono molto territoriali, ma al tempo stesso tolleranti verso gli intrusi, salvo nella stagione degli amori. Inoltre ragliano esattamente come i muli.
Tra le principali cause che hanno generato la scomparsa dell’80% di questo tipo di zebre dal ’70 ad oggi vi sono la distruzione dell’ecosistema locale, i lunghi periodi di forte siccità degli ultimi anni e la caccia praticata per il loro mantello che, sui mercati mondiali, è valutato a un prezzo molto elevato.
Da dove deriva il nome? Questa zebra unica prende la sua denominazione da Jules Grévy, presidente della Francia: fu infatti il governo dell’Abissinia, negli anni ’80 dell’Ottocento, a volergli dedicare il nome dell’animale.
In Kenya si possono ammirare nella Lewa Wildlife Conservancy, nella Ol Pejeta Conservancy e nelle riserve nazionali di Samburu, Buffalo Springs e Shaba. Ma solo se si è fortunati perché meno dell’1% dell’areale storico della zebra di Grévy si trova all’interno delle aree protette.
Una curiosità: pare che lo stato d’animo di una zebra possa essere identificato dalle sue orecchie. Quando una zebra è serena e tranquilla le orecchie stanno erette. Quando è spaventata, le orecchie sono spinte in avanti. Quando è arrabbiata, sono tirate indietro. Quando si trova in un’area con probabili predatori tiene una postura di avviso con le orecchie erette, testa alta e lo sguardo fisso. E se scorge un predatore, nitrisce (o raglia) ad alta voce.
(Valentina Giulia Milani)