«Gucci Grace», storia di una fallita (per il momento) scalata al potere

di Enrico Casale
Grace Mugabe

Si chiama Grace il pomo della discordia dello Zimbabwe. Grace Mugabe, la moglie del presidente Robert Mugabe. Una donna arrogante e sfacciata nel suo amore per il lusso e il futile. Ma, soprattutto, ambiziosa. Di quelle ambizioni che fanno perdere il senso della realtà.

La sua scalata al potere, per il momento interrotta dalla colpo di mano dell’esercito, inizia tanti anni fa. Lei è una giovane nata in Sudafrica che lavora come dattilografa nello staff di Mugabe. Il presidente ha allora 61 anni, lei solo 20. Lui è sposato, lei anche. Ma scoppia ugualmente la passione. Una passione così travolgente che il primo figlio della coppia nasce quando la prima moglie di Mugabe, Sally Hayfron, sta morendo per insufficienza renale. Morta la prima compagna, Mugabe sposa Grace in seconde nozze, ma senza aspettare che lei abbia divorziato dal primo marito Stanley Goreraza, un pilota militare zimbabweano.

Inizialmente, alla nuova moglie non interessa la politica. A lei piace più il lusso. I detrattori la chiamano «Gucci Grace» o «First shopper». Si narra che una volta abbia speso 120mila dollari in un solo giorno di shopping a Parigi e in un’altra occasione si sia presentata nella sala d’attesa dell’aeroporto di Singapore con 15 trolley pieni di ogni genere di lusso. Una passione stridente con la realtà di un Paese, lo Zimbabwe, nel quale quattro abitanti su cinque vivono sotto la soglia della povertà. E infatti la gente comune non la ama.

Intanto Mugabe invecchia. Compie e supera i 90 anni e Grace inizia a chiedersi quale possa essere il suo destino dopo l’eventuale morte del marito. Inizia così a pensare a succedergli. Diventa la principale consigliera del marito e si fa nominare alla guida della lega delle donne di Zanu-PF, il partito al potere. Poi diventa leader del gruppo di giovani del partito. L’amibizione della first lady si scontra però con la frangia dura e pura del partito. Quella formata dai veterani della guerra di indipendenza e dalle forze armate. Il leader di questa corrente è il vicepresidente Emmerson Mnangagwa, un personaggio che negli anni, alla guida del ministero della Difesa e dei servizi segreti,  si  è fatto carico dei più sporchi problemi del regime. Grace ne vuole la testa e Mugabe gliela offre pochi giorni orsono.

Nel frattempo Grace sopravvive anche a uno scandalo che ha rischiato di causare un grave incidente diplomatico con il Sudafrica. Ad agosto viene accusata di aver aggredito e picchiato una modella 20enne in un hotel di Johannesburg, dove entrambe soggiornavano. Caso e Grace rientrano, tra qualche imbarazzo, dopo che il marito le concede l’immunità diplomatica.

Le forze armate, che godono ancora di un forte sostegno popolare, non possono accettare l’ascesa di Grace e il licenziamento di Mnangagwa. Quindi scendono in campo. Arrestato il presidente, tagliano fuori da ogni gioco la moglie. Fonti giornalistiche dicono che Grace sia rifugiata in Namibia. Sta meditando una vendetta? Lo sapremo nelle prossime settimane.

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