L’esercito sudanese ha annunciato nel fine settimana di aver preso il controllo di numerosi edifici chiave nel centro della capitale Khartoum, tra cui la Banca centrale, sottraendoli alle Forze di supporto rapido (Rsf), la milizia paramilitare rivale. L’avanzata fa seguito alla riconquista del palazzo presidenziale avvenuta venerdì.
“Le nostre forze hanno ottenuto ulteriori successi la scorsa notte, eliminando centinaia di miliziani che tentavano di fuggire da alcune sacche di resistenza nel centro di Khartoum”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito, Nabil Abdallah, all’agenzia Afp, precisando che tra gli edifici recuperati figura anche la Banca centrale.
Fonti militari hanno riferito che i combattenti Rsf si erano rifugiati nell’area di Al-Mogran, a ovest del palazzo presidenziale, dove si concentrano sedi bancarie e direzionali. La milizia aveva posizionato cecchini negli edifici alti del distretto, con visuale diretta sia sul quartiere governativo sia su Omdurman, sulla sponda opposta del Nilo.
Dopo la perdita del palazzo presidenziale, le Rsf hanno risposto con un attacco tramite droni, che ha causato la morte di tre giornalisti e di diversi membri delle forze armate.
Dall’aprile 2023, il Paese è teatro di una guerra tra l’esercito regolare, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Rsf del generale Mohamed Hamdan Daglo, ex vice di Burhan. Il conflitto ha provocato decine di migliaia di morti e oltre 12 milioni di sfollati, generando la peggiore crisi umanitaria al mondo per fame e dislocamento.
Il Sudan risulta oggi diviso in due: le forze armate controllano l’Est e il Nord, mentre le Rsf dominano gran parte del Darfur e alcune aree meridionali.