Guinea Bissau: domani al voto per le legislative

di Valentina Milani
guinea bissau

Quasi 884.000 elettori della Guinea-Bissau si recheranno alle urne domani per rinnovare i 102 seggi dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Il Parlamento è stato sciolto nel maggio 2022, su iniziativa del presidente Umaro Sissoco Embaló e a seguito di una profonda crisi politica.

Il voto di domenica è importante perché la Guinea-Bissau è governata da un sistema semi-parlamentare: il partito o la coalizione che vince queste elezioni non solo avrà influenza nell’Assemblea, ma anche all’interno del governo. Per queste elezioni sono in corsa 22 partiti, tra cui due coalizioni. Tra questi, il Madem, il partito al potere; il Paigc, il partito storico che ha dominato la vita politica per molti anni e il Prs, il partito dell’ex presidente Kumba Yala.

Sebbene l’ultimo colpo di Stato sia avvenuto nel 2012, l’instabilità del Paese rimane cronica: crisi istituzionale nell’agosto 2015, di nuovo crisi l’anno scorso con il tentativo di colpo di Stato, poi scioglimento del Parlamento pochi mesi dopo. La sfida di queste elezioni è quindi quella di restituire stabilità alle istituzioni.

Come ricorda Radio France Internationale (Rfi), qualche settimana fa, sotto l’egida dell’Onu, i partiti politici hanno firmato un codice di buona condotta, impegnandosi ad accettare i risultati delle elezioni. Ma questa dichiarazione d’intenti sarà sufficiente a placare le tensioni? Nei giorni scorsi, una dichiarazione di Umaro Sissoco Embalo ha sollevato dei dubbi. Il presidente ha dichiarato che, in caso di vittoria del Paigc, non avrebbe nominato primo ministro Domingos Simoes Pereira, leader del partito.

“Questo non solo mette in discussione la trasparenza delle elezioni, ma potrebbe anche portare al ritorno di una nuova crisi politica”, ha deplorato l’analista Rui Jorge Semedo ai micorfoni di Rfi. “La questione della Commissione elettorale nazionale è stata affrontata in modo irrazionale”, ha continuato. “Solo la Corte Suprema ha il potere di decidere sulle candidature. A mio avviso, le dichiarazioni del Presidente su Domingos Simoes Pereira sono una minaccia per l’elettorato e per la coalizione Terra Ranka. Questo è pericoloso. Fa presagire una possibile crisi post-elettorale”, ha aggiunto.

“Se il suo partito dovesse vincere, Umaro Sissoco Emballo vorrebbe proporre una riforma della Costituzione per porre fine a questo sistema semi-parlamentare. Il Presidente, invece, vorrebbe introdurre un sistema presidenziale. Il modo in cui l’attuale governo esercita il potere è incompatibile con il nostro sistema di condivisione del potere”, ha detto all’emittente francese Bubacar Touré, vicepresidente della Lega per i diritti umani della Guinea-Bissau. “Gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati dall’assolutismo e dalla concentrazione del potere in una sola persona. Quindi, con queste elezioni legislative, credo che la situazione attuale peggiorerà”, ha aggiunto.

Durante la campagna elettorale, la crisi economica è stata al centro degli incontri. In particolare, la crisi del settore degli anacardi. Due terzi del reddito del Paese provengono dalle esportazioni di anacardi. Come molti Paesi produttori di anacardi, la Guinea-Bissau è stata duramente colpita dalla crisi che ha paralizzato il mercato internazionale.

“Diversi partiti politici hanno sfruttato questo tema per fare promesse ai cittadini delle aree rurali. Gli agricoltori vivono in condizioni precarie e questo avrà sicuramente un impatto sulle elezioni”, ha detto l’economista José Nico Dju.

Venerdì è stato l’ultimo giorno di campagna elettorale, con la maggior parte dei partiti politici che sono scesi in strada nella capitale con carovane e comizi per convincere gli elettori a scegliere i loro candidati.

Condividi

Altre letture correlate: