Sono attesi per domani, 1° gennaio, i risultati del ballottaggio delle elezioni presidenziali che si sono svolte domenica in Guinea-Bissau. I circa 700.000 elettori erano chiamati a scegliere tra due ex premier Domingos Simões Pereira e Umaro Sissoco Embaló. La posta in gioco di questo scrutinio, secondo alcuni analisti, è molto alta. Da anni, la Guinea-Bissau è un Paese dominato da una profonda instabilità. Una situazione politica precaria legata agli interessi della malavita che ha fatto del piccolo Stato dell’Africa occidentale un hub per il contrabbando e il traffico di stupefacenti.
La portavoce della Commissione elettorale nazionale (Cne), Felisberta Vaz Moura, ha esortato i candidati e i media nazionali internazionali ad astenersi dal trasmettere informazioni relative ai risultati di queste elezioni e ha smentito le informazioni trasmesse sui social network relative a frodi elettorali. Ha chiesto inoltre alla popolazione di rimanere calma, serena e vigile contro le manovre volte a compromettere lo svolgimento del processo elettorale.
Pereira, 56 anni, ingegnere civile, ha promesso di voler accelerare lo sviluppo del Paese. Il suo rivale, Umaro Sissoco Embaló, generale della brigata di riserva di 47 anni, ha fatto un appello alla ricostruzione pacifica della nazione. Una ricostruzione nella quale dovrà giocare un ruolo decisivo la diaspora.