L’uccisione di massa di avvoltoi in Guinea-Bissau, i capovaccai pileati, specie a rischio estinzione, è stata descritta dalla Vulture Conservation Foundation (VCF) come il più grande evento del genere mai registrato. La notizia delle uccisioni ha iniziato a filtrare fuori dal Paese all’inizio di marzo e pochi giorni dopo si parlava già di oltre mille avvoltoi uccisi.
Sebbene la crisi del Covid-19 abbia notevolmente ostacolato gli sforzi di indagine e recupero, a metà aprile sono state ufficialmente registrate 1603 carcasse di avvoltoi. Data la facilità con cui i cadaveri degli animali possono andare persi e il fatto che alcune aree sono attualmente irraggiungibili, si temono oltre duemila uccisioni.
Rapporti di testimoni confermano il sospetto che gli avvoltoi siano stati uccisi intenzionalmente, usando esche avvelenate disposte intorno ai villaggi, in modo che le varie parti del corpo possano essere raccolte per uso rituale basato su credenze locali: in alcune parti dell’Africa, infatti, alcune comunità credono che il possesso di teste di avvoltoio porti fortuna o possa portare a ottenere poteri speciali.
In Guinea-Bissau almeno 200 degli avvoltoi avvelenati sono stati trovati senza testa. Inoltre, è stato riferito che l’elevata domanda di parti del corpo di avvoltoio da parte dei Paesi vicini potrebbe aver avuto un ruolo nelle uccisioni. José Tavares, direttore di VCF, ha commentato: «Secondo alcune stime la Guinea-Bissau detiene più di un quinto della popolazione di capovaccai pileati del continente. Eventi di questa portata hanno però effetti negativi sulle popolazioni di tutta l’Africa occidentale».