Il presidente della Guinea-Bissau Umaro Sissoko Embaló ha detto che le menti del tentativo di colpo di Stato erano già state in prigione negli Stati Uniti per traffico di droga. Lo riferisce la stampa locale e internazionale precisando che, secondo il presidente, un ex ammiraglio della marina guineana, definito un boss nel narcotraffico, e due dei suoi aiutanti erano coinvolti in quello che ha definito “un complotto ben finanziato per assassinare lui, il suo primo ministro e altri alti funzionari”. Embalò sostiene anche di aver visto due degli uomini al palazzo del governo durante il tentato golpe.
Dalle medesime fonti si apprende che le persone accusate dal presidente sono l’ex ammiraglio Jose Americo Bubo Na Tchuto, che era a capo della Marina nei primi anni 2000, Tchamy Yala, anche lui ex ufficiale, e Papis Djeme. Embalò ha precisato che i tre accusati sono tra gli arresti effettuati dopo il tentato golpe.
Le agenzie internazionali riferiscono che i tre uomini nominati dal presidente erano stati arrestati nell’aprile 2013 a bordo di una barca al largo della costa dell’Africa occidentale da agenti sotto copertura della Drug Enforcement Administration (Dea) statunitense. Gli agenti hanno detto che si erano finti trafficanti e che gli uomini citati dal presidente guinenano avevano tentato di negoziare un accordo per importare cocaina in Guinea-Bissau e poi reindirizzarla in Nord America e in Europa.
Jose Americo Bubo Na Tchuto, che è stato descritto dalla Dea come un “barone della droga”, era stato condannato a quattro anni di prigione negli Usa, mentre Tchamy Yala e Papis Djeme avevano ricevuto pene detentive rispettivamente di cinque anni e sei anni e mezzo.
Embaló stava guidando una riunione di gabinetto quando uomini armati hanno preso d’assalto il complesso presidenziale. Undici persone sono state uccise, la maggior parte di loro membri delle forze di sicurezza.