Guinea Bissau, il presidente Embalo sceglie la linea dura e scioglie il parlamento

di claudia

Dopo aver denunciato un nuovo tentativo di colpo di Stato, riferendosi ad eventi occorsi tra giovedì e venerdì 1 dicembre, il presidente della Guinea Bissau Umaro Sissoco Embalo ieri ha deciso di sciogliere il parlamento (controllato dall’opposizione).

La decisione è stata presa nel corso di una riunione del Consiglio di Stato che riunisce i rappresentanti dei maggiori organi nazionali tra cui il presidente della Corte Suprema, il presidente dell’Assemblea Nazionale, Domingos Simoes Pereira, e il primo ministro Geraldo Martins. Dalle ultime elezioni, era stato costituito un governo di larfghe intese con ministri vicini al presidente e altri espressione dell’opposizione. Una coabitazione non facile e che sembra essere arrivata al punto di rottura proprio la scorsa settimana quando due ministri dell’opposizione erano stati convocati dalla polizia per un interrogatorio.

Mentre i due venivano interrogati, elementi della Guardia Nazionale avevano fatto irruzione nei locali della polizia giudiziaria per liberarli. E quella notte erano poi scoppiati scontri – con due morti – tra elementi della Guardia nazionale, asserragliati in una caserma a sud della capitale Bissau, e le forze speciali della Guardia presidenziale.

“La data delle prossime elezioni legislative sarà fissata al momento opportuno, conformemente alle disposizioni (…) della Costituzione” si legge in un decreto comunicato alla stampa. Il presidente Embalo ha parlato di “complicità” tra la Guardia Nazionale e “alcuni interessi politici all’interno dell’apparato statale”.

“Dopo questo tentativo di colpo di stato guidato dalla Guardia Nazionale e di fronte a prove evidenti dell’esistenza di complicità politica, il normale funzionamento delle istituzioni della Repubblica è diventato impossibile. Questi fatti confermano l’esistenza di una grave crisi politica”.

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