La Commissione Nazionale Elettorale della Guinea-Bissau ha reso pubblici i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali che si sono tenute domenica nell’ex colonia portoghese dell’Africa subsahariana.
La prima notizia è che il presidente uscente, José Mário Vaz, non parteciperà al secondo turno fissato per domenica 29 dicembre; è infatti arrivato terzo nel computo dei voti, fermandosi al 12,4% e arrivando primo solo nella sua regione d’origine, Cacheu.
Vaz è stato il primo presidente a riuscire a completare un intero mandato di cinque anni nella storia della Guinea-Bissau indipendente, dal momento che tutti gli altri presidenti del passato non sono riusciti ad arrivare alla fine spesso per causa di colpi di Stato, spesso sanguinosi.
Tuttavia, i cinque anni di Vaz sono stati travagliati, con una crisi istituzionale difficilmente superata quando decise di sostituire il proprio primo ministro. che si rifiutò di lasciare il proprio posto.
Proprio in contrasto con questo e con il proprio partito, Vaz si è candidato come indipendente, non appoggiato ufficialmente da nessun partito.
Il vero vincitore di questo primo turno di elezioni è l’ex primo ministro Domingos Simões Pereira, che ha servito come capo del governo tra luglio 2014 e agosto 2015. Pereira ha preso il posto di Vaz a capo del partito di governo Paigc, il Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde, il principale partito guineano.
Ingegnere civile, 56 anni, con il 40,1% dei consensi ora cercherà di capitalizzare il risultato al secondo turno per diventare il prossimo presidente della Guinea-Bissau.
Umaro Sissoco Embaló è il secondo classificato, con il 27,7% dei voti, un altro ex primo ministro di Vaz entrato in collisione con il presidente all’inizio del 2018.
Laureato in relazioni internazionali all’Università di Lisbona, 47 anni, Embaló ha un profilo che si colloca a metà strada tra la carriera civile e quella militare, dato che ha servito nell’esercito e si è specializzato in sicurezza nazionale e difesa.
Anche lui ex membro del Paigc, si è candidato come leader del Movimento per l’Alternanza Democratica (Madem-15), partito fondato appena un anno fa da fuoriusciti del Paigc e che ora è la seconda forza del Paese.
Appuntamento dunque tra poco più di un mese per un secondo turno di un’elezione che potenzialmente è ancora aperta, e sulla quale si appuntano grandi speranze.
La Guinea-Bissau ha estremo bisogno di una politica all’altezza delal situazione, che faccia fronte ai problemi endemici di questa zona come la povertà e il traffico di droga.